lunedì 13 agosto 2012

Uno strano caso di gravidanza extrauterina


Ann era stata ricoverata in un altro ospedale per tre giorni a causa di dolori addominali in gravidanza. Le era stata fatta una ecografia, e la diagnosi posta era stata quella di travaglio pretermine a 16 settimane di eta’ gestazionale.
Ma i dolori non erano migliorati affatto con le terapie somministrate nella suddetta struttura, ragion per cui Ann aveva chiesto la dimissione.
E’ arrivata a Chaaria alle due di ieri pomeriggio, piegata in due dal male.
Ho visto il referto ecografico, ma il tipo di contrazioni ed il malessere generale della malata mi sembravano poco compatibili con un travaglio pretermine. Inoltre Ann era ceratmente molto anemica anche se l’emoglobinometro leggeva 7 grammi per decilitro.
Ho fatto sdraiare la paziente sulla barella e la palpazione addominale suscitava un dolore diffuso di tipo peritonitico… la diagnosi precedente mi sembrava sempre piu’ improbabile, anche se la palpazione uterina poteva piu’ o meno corrispondere all’eta’ gestazionale segnalata nell’altra struttura.
Ho rifatto l’eco e la realta’ mi si e’ presentata abbastanza chiara sin dall’inizio, pur con connotazioni molto rare: il feto c’era ed era vivo, ma era contenuto in una cavita’ che si trovava cranialmente all’utero, che invece appariva piccolo e vuoto.
In cavita’ peritoneale c’era del liquido libero, che alla paracentesi esplorativa ho confermato essere sangue. Si trattava certamente di una gravidanza ectopica, anche se un feto cosi’ grande e vitale ne faceva un caso molto raro. Ho pensato ad una gravidanza extrauterina addominale.
Il feto era vivo, ma il fatto che ci fosse un emoperitoneo imponeva una laparatomia urgente, per evitare che la donna morisse di emorragia interna.
La nostra sorpresa e’ continuata dopo l’apertura della pancia:  l’ectopica non era addominale, ma cornuale; da una parte gia’ si era lacerata, ed era in corso un sanguinamento arterioso.
Ho provato a fare la salpingotomia, estraendo il sacco amniotico ancora intero ed il suo contenuto, e poi risuturando la tuba. Ho tentato di risparmiare l’anatomia il piu’ possibile, in quanto la povera Ann non ha figli e, precedentemente alla gravidanza extra di oggi, gia’ aveva avuto un aborto.
L’abbiamo dovuta trasfondere ma adesso le sue condizioni sono stabili e non ha piu’ dolore.
Ho segnalato questo caso perche’ si tratta di un evento molto raro: normalmente una gravidanza cornuale rompe ad 8 settimane di eta’ gestazionale.
Inoltre mi sembra bello che a Chaaria siamo riusciti a risolvere subito una situazione misconosciuta nel precedente ospedale ma potenzialmente letale per la paziente.
Fr Beppe



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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