Lo sposo e’ pero’ stato molto collaborante ed e’ andato subito a donare una sacca di sangue da tenere in "stand by", nel caso quella da noi “crociata” ed iniziata in sala non fosse sufficiente.
La storia di Florence e’ comunque molto triste.
Un anno e mezzo fa era stata ricoverata in quella stessa maternita’, ed era stata tenuta in travaglio troppo a lungo. Quando l’avevano poi portata a Chaaria per il cesareo, il bambino era cosi’ "stressato" che e’ morto pochi minuti dopo la nascita. domenica 16 settembre 2012
“Un servizio di carita’ urgente passa davanti anche alla Messa domenicale”
Lo sposo e’ pero’ stato molto collaborante ed e’ andato subito a donare una sacca di sangue da tenere in "stand by", nel caso quella da noi “crociata” ed iniziata in sala non fosse sufficiente.
La storia di Florence e’ comunque molto triste.
Un anno e mezzo fa era stata ricoverata in quella stessa maternita’, ed era stata tenuta in travaglio troppo a lungo. Quando l’avevano poi portata a Chaaria per il cesareo, il bambino era cosi’ "stressato" che e’ morto pochi minuti dopo la nascita. Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
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