martedì 23 ottobre 2012

Ai volontari di Chaaria

Il 20 ottobre sono stato presente all'incontro di formazione per i volontari che si è svolto a Torino nella Piccola Casa. 
E' stata una piacevole occasione per rivedere alcuni dei volontari che ho conosciuto negli anni della mia permanenza a Chaaria, con i quali ho condiviso soddisfazioni e difficoltà. 
Mi sono state poste diverse domande sulla mia decisione di rientrare in Italia e sui miei progetti, domande sul passato e sul futuro alle quali non sono più abituato, perchè gli africani pensano soprattutto al presente. 
Sento tuttavia fortemente il desiderio di ringraziare indistintamente tutti i volontari di Chaaria per le premurose attenzioni che hanno avuto nei miei confronti, accomunandoli, nella mia gratitudine, all'intera Comunità di Chaaria, e a tutti i Fratelli cottolenghini, verso i quali il mio debito di riconoscenza è inestinguibile perchè particolarmente prezioso. 

Dr. Pierantonio Visentin 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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