mercoledì 24 ottobre 2012

Grazie di cuore

Ieri pomeriggio hanno lasciato Chaaria i volontari di Catania, e sinceramente li ringraziamo per quanto hanno fatto per noi e per i nostri malati.
Ringraziamo Andrea e Francesca per la intensissima attivita’ chirurgica: la sala operatoria e’ stata attiva tutti i giorni, compresi i sabati e le domeniche. Non sono mancate le nottate in sala! Esprimiamo la nostra sincera riconoscenza per la loro costante presenza, per la disponibilita’ ventiquattr’ore su ventiquattro e per la grande competenza. Particolarmente li ringrazio per quegli interventi sull’intestino che non sarei stato in grado di fare senza di loro.
Un grazie speciale per Francesca, biologa e laboratorista: con gioia ho potuto apprezzare la sua disponibilita’, la sua semplicita’, il suo costante impegno ed il buon rapporto instaurato con il nostro personale. Lo so che il laboratorio e’ un po’ un mondo a parte, e puo’ essere dura in quanto non ci sono molte occasioni per interfaciare con gli altri volontari; ma Francesca ha fatto davvero bene, ed in tutti i momenti liberi ha condiviso con Lorena, Milena e Silvia momenti di festa e di servizio nel reparto dei Buoni Figli.
A tutti e tre ripeto il nostro grazie e la nostra preghiera, con la speranza di poterli rivedere presto nuovamente a Chaaria.
Fr Beppe Gaido




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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