mercoledì 3 ottobre 2012

Carla, Grazia e Vera


Tutte ritornano a Torino oggi, dopo tre settimane di servizio nel nostro dipartimento di maternita’.
Grazia, specializzanda in ostetricia e ginecologia, ha avuto una “full time immersion”, dividendosi tra attivita’ chirurgica, ambulatoriale, di reparto, e di diagnostica ecografica. Nel mese di settembre l’affluenza di donne con problemi ginecologici e’ stata altissima, per cui pensiamo che la sua esperienza sia stata davvero piena e gratificante. La ringraziamo per l’ottima collaborazione con il personale di sala operatoria che ha reso la sua esperienza ancora piu’ bella: oltre ai tanti cesarei abbiamo fatto insieme anche parecchie isterectomie, cisti ovariche ed interventi vari. Non da ultimo l’ottima conoscenza dell’Inglese le ha permesso pure di collaborare alle attivita’ formative con una lezione sulla malattia pelvica infiammatoria, altamente apprezzata dal nostro staff.
Carla e Vera invece sono ostetriche, ed hanno lavorato soprattutto in sala parto, aiutando pero’ molto anche per la chirurgia. La maternita’ e’ stata sempre pienissima, pure a causa dello sciopero dei medici che ancora continua. Abbiamo “mamme con il pancione” dappertutto, ed ora anche la pediatria e’ stata per meta’ “affittata” alle “antenatal mothers”. Abbiamo avuto parti a ritmo continuo, di giorno e di notte, e spesso le due barelle a disposizione sono risultate insufficienti, obbligandoci ad aggiungerne una terza di emergenza. Carla e Vera hanno anche collaborato alle attivita’ ambulatoriali di visita prenatale, ed alla vaccinazione dei bambini. Credo che un’ostetrica faccia sempre una bella esperienza a Chaaria, perche’ la maternita’ e’ centrale nel nostro ospedale: inoltre le ostetriche italiane (cosi’ come le giovani ginecologhe) hanno la possibilita’ di cimentarsi con pratiche ormai dimenticate, come per esempio ascoltare il battito fetale con la “trombetta”, misurare le settimane di eta’ gestazionale usando solo le dita ed il centimetro da sarta, dare indicazione sui diametri pelvici basandosi esclusivamente sulla clinica. Carla e Vera hanno dovuto seguire i parti senza cardiotocografo (al momento fuori uso), e basandosi soltanto sul fetoscopio e sul partogramma. Sono state molto indipendenti nella gestione del travaglio e del parto, oltre che nel riparare le episiotomie.
Tutte e tre ci hanno aiutato molto e ci auguriamo di poterle ancora incontrare a Chaaria nel prossimo futuro per un tratto di vita insieme.
Auguriamo loro ogni bene ed assicuriamo loro la nostra preghiera e la nostra riconoscenza.
Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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