Oggi ero così stanco che non riuscivo nemmeno a capire il
kiswahili. Avevo una valanga di pazienti con cui parlare e come al solito è
arrivata all’improvviso un'urgenza.
Judith mi ha detto: “Abbiamo un problema”.
“Ne abbiamo ogni minuto di problemi”, le ho risposto. “Sì, ma questo non so
proprio come risolverlo. Ho una gravida con il feto in posizione podalica, il
piedino è già completamente fuori. Lo si può anche vedere quando la mamma
cammina”. La paziente rifiuta il cesareo perché dice che ha sempre partorito
naturalmente. Stavolta non sarà diverso. “E perché non la fai partorire? Non è
la prima volta che seguiamo un podalico!”. “La cervice non si dilata. Sono
cinque centimetri da molte ore, ma Monicah non vuole sentire ragioni”.
Quando sono arrivato da lei
niente da fare, era irremovibile. Le ho lasciato ancora qualche ora per
continuare il travaglio. Il battito del bimbo sembrava buono. Passavano le ore
ma ancora nulla.
Monicah voleva aspettare suo marito. Le ho chiesto quando
sarebbe arrivato. “Domani verso le due del pomeriggio, da Mombasa”. “Cosa? È una pazzia. Non si può
aspettare fino a domani”.
Il battito del feto ha cominciato
a farsi irregolare, la cervice continuava a non dilatarsi. Sono passate ore,
non sapevo cosa fare.
Se avessi seguito la sua volontà sarei stato costretto a
tirare fuori un feto morto stanotte. Ma non potevo nemmeno obbligarla. Forse
non ha gli strumenti per capire. “A mali estremi, estremi rimedi”, ho
sussurrato a Kathure, una delle infermiere. “Prendila sotto braccio, dalle i
suoi vestiti e accompagnala oltre il cancello.
Dille che non voglio i suoi
soldi e che le restituisco anche la piccola caparra che mi ha pagato. Io mi
dissocio da questo infanticidio inutile”.
Kathure gliel’ha spiegato con voce
pacata e determinata allo stesso tempo: “Se devi uccidere tuo figlio, fallo al
di fuori di questo ospedale”. Naturalmente non avevo alcuna intenzione di
mandarla via davvero. Volevo solo spaventarla. Se anche questa tecnica fosse
fallita, l’avrei richiamata dentro e le avrei fatto un'anestesia generale,
anche senza il suo consenso. Era
un rischio, ma ero disponibile a correrlo.
Kathure
l’ha portata fuori, lasciando ai guardiani il compito di controllarla e non
lasciarla allontanare troppo.
Dopo quasi un'ora e mezza ha deciso di rientrare.
Ha accettato il cesareo. Quando ha dovuto firmare per il consenso ho notato che
la sua firma altro non era che l’impronta digitale del suo pollice destro.
Questo purtroppo spiega molte cose: i suoi limiti, i suoi pregiudizi. Il
cesareo è filato liscio. Monicah ha dato alla luce un bel maschietto quasi allo
scoccare della mezzanotte.
Fr Beppe
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