Tecnicamente lo sciopero dei medici sarebbe finito allo scoccare della mezzanotte di ieri, ma credo che nessuno dei dottori sia tornato negli ospedali per il week end.
Oggi infatti e’ stata una giornata tremenda…forse il sabato piu’ terribile che io ricordi.
Pazienti dappertutto, sia in reparto che in ambulatorio; la maternita’ che scoppia con circa 70 “ante-natal mothers”: i parti che si susseguono a ritmo continuato, ed i cesarei che non sono da meno: anche oggi i cesarei sono stati infatti 6.
Siccome gli ospedali sono ancora alla paralisi ci arriva poi di tutto: oltre che raccogliere tutti i casi di maternita’ complicata delle strutture rurali, ieri per esempio una occlusione intestinale da tumore del colon ha tenuto impegnati i chirurghi di Catania per quasi 5 ore.
Spesso capita che non riusciamo a trovare un letto per i ricoverati: anche con due pazienti per letto, dobbiamo ricorrere a dei materassi per terra… e qualcuno non lo ricoveriamo affatto per carenza di spazio; lo teniamo invece sotto osservazione su una panca o su una barella.
Tale e’ la nostra situazione, e le forze cominciano ad assottigliarsi, soprattutto quando le chiamate notturne ci impediscono di recuperare con un sonno ristoratore.
Ma, anche in questa situazione limite, siamo sereni, e sappiamo che e’ il Signore a darci la forza di non scoraggiarci e di tirare avanti.
Sinceramente comunque nutriamo la speranza che da lunedi’ la pressione di clienti si allenti un po’, soprattutto per la maternita’.
Come ho gia’ detto in passato comunque, per noi e’ un onore essere sempre aperti, pure quando gli altri ospedali sono chiusi; ed e’ emozionante vederci tanto presi d’assalto dalla gente: vuol dire che ci stimano, che si fidano di noi, e che molti apprezzano anche la nostra politica dei prezzi bassi, tesi a non lasciar fuori nessuno per motivi economici…
A dire il vero, in questo periodo abbiamo ricoverato e dimesso moltissime persone senza ricevere uno scellino.
A Chaaria infatti non si manda via nessuno, e non si tiene prigioniero nessuno dopo la guarigione, quando e’ genuinamente povero e non ha soldi per pagare.
Fr Beppe
FOTOREPORTAGE DELLO
SCIOPERO
Alla sera, uno dei
problemi che ci poniamo, dopo aver finito l’immensa coda di malati, e’ quello
di come sistemare le persone che non hanno piu’ la possibilita’ di trovare un
matatu e non possono tornare a casa a piedi durante la notte.
Normalmente donne e
bambini vengono sistemati su un materasso che poniamo sul pavimento di uno
degli ambulatori: a loro assicuriamo coperte ed un po’ di colazione.
Agli uomini invece offriamo
barelle e panche nella sala di attesa esterna: pure a loro diamo coperte e
colazione, ma non li accogliamo all’interno, perche’ abbiamo avuto dei casi di
violenza, e lo staff (quasi del tutto femminile) ha paura di loro.
Normalmente, verso le 6
di mattina, alle prime luci dell’alba, essi iniziano il loro cammino verso
casa, e lo staff pulisce ambulatorio e sala di attesa, prima dell’arrivo dei
pazienti del nuovo giorno.
Anche questo fa parte
della nostra maratona quotidiana per riuscire a servire tutti nel modo piu’
dignitoso possibile.
Le foto allegate vi danno
un’idea di quello che avviene normalmente verso le 21 di ogni sera a Chaaria,
soprattutto in periodi di superlavoro come questo.
Fr Beppe Gaido
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