giovedì 18 ottobre 2012

La nuova autoclave

Con sincera riconoscenza vogliamo ringraziare i benefattori che, tramite la “Associazione Volontari Mission Cottolengo”, ci hanno permesso l’acquisto della nuova autoclave per l’erigenda sala operatoria.
Si tratta di una sterilizzatrice molto veloce ed estremamente capiente, che ci permettera’ di usare cestelli e spazzette piu’ grandi e ci dara’ la possibilita’ di sterilizzare molti strumenti allo stesso tempo.
Il ciclo di sterilizzazione dura 45 minuti quando l’acqua e’ fredda, mentre i cicli seguenti ad acqua ormai calda si concludono in circa 20 minuti.
E’ possibile cambiare la temperatura e la durata dei cicli per sterilizzare anche materiale plastico.
E’ un altro passo avanti verso l’inaugurazione della sala operatoria, di cui gia’ usiamo gli spogliatoi.
Entro pochi giorni pensiamo di spostare completamente l’unita’ centralizzata di sterilizzazione nei nuovi locali del blocco operatorio, mentre abbiamo fondata speranza di poter iniziare ad operare nei nuovi locali gia’ dopo la prima settimana di novembre.
Un grazie sincero a tutti quelli che hanno donato il loro contributo economico per la sala operatoria, un sogno coltivato e fatto crescere nell’arco di un decennio, ma ora vicinissimo al traguardo. La sala operatoria e’ davvero un dono fattoci completamente dai benefattori; ne siamo profondamente riconoscenti e promettiamo la nostra preghiera.
Fr Beppe Gaido e comunita’ 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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