mercoledì 31 ottobre 2012

Ringraziamo di cuore per il generatore



Con sentimenti di viva riconoscenza informiamo i nostri generosi donatori della “Associazione Volontari Mission Cottolengo”, che siamo riusciti ad acquistare un moderno generatore “silenziato” per il nuovo blocco operatorio.
Il generatore e’ stato installato e connesso ieri.
Un altro passo avanti e’ stato compiuto verso l’inizio delle attivita’ chirurgiche nella nuova sala. Con il nuovo generatore, in caso di lunghi black out durante la notte, la sala operatoria avra’ il suo gruppo autogeno indipendente: non sara’ quindi necessario tenere acceso il grande generatore, quando la sala e’ in funzione per un cesareo o per una emergenza notturna.
Oggi poi abbiamo installato le nuove batterie per il sistema solare dell’ospedale: abbiamo concordato con i tecnici l’installazione di altre 8 lampadine in varie stanze dell’ospedale. I pannelli solari dovrebbero essere in grado di darci luce in tutte le stanze fino al mattino. Per le nuove batterie del sistema solare dobbiamo nuovamente ringraziare i nostri benefattori, che ce ne hanno dato la possibilita’ con le loro generose offerte.
Con i pannelli solari funzionanti e con il generatore per la sala installato, dovremmo quindi poter risparmiare molto carburante: infatti il generatore principale potra’ essere fermato molto piu’ presto (diciamo verso le 22 invece che le 24), e non sara’ piu’ il caso di riavviarlo al mattino alle 5.30 per dare luce durante la distribuzione della terapia ai pazienti. In caso di black out notturno, l’ospedale funzionerebbe con i pannelli solari che possono illuminare anche la sala parto, mentre la sala operatoria, in caso di emergenze, funzionerebbe con il suo gruppo autogeno, che tra l’altro riesce a sostenere anche le sterilizzatrici.

Grazie ancora a chi ci aiuta economicamente


Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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