Non so la storia
familiare di Ann. Non ho la piu’ pallida idea se sia una brava persona od una
poco di buono.
So solo che e’ sposata perche’
a ridurla cosi’ e’ stato il marito.
Non riesco a capire come
si possa arrivare a tanto. Nemmeno gli animali infieriscono cosi’ a lungo sulla
preda.
Me la vedo davanti,
distesa su una barella. E’ cosciente e sente un dolore tremendo. E’ tutta
imbrattata di terra e fango… forse e’ caduta piu’ volte, e si e’ poi rialzata
per tentare di sfuggire alla furia omicida dello sposo.
Sel dorso delle dita dei
piedi e’ tutta escoriata, e probabilmente e’ anche ‘rovinata’ su qualche
roccia.
Ma quello che sconvolge maggiormente
e’ vedere le orribili ferite da machete. Ce ne sono almeno sei sulla testa:
sono tutte molto profonde, ed attraverso la rima del taglio si intravvede la
teca cranica, anch’essa trapassata dal peso enorme di quell’accetta omicida.
Un fendente l’ha colpita
alla base del cranio a destra, e le ha ‘pelato via’ i muscoli del collo,
dandole un grottesco aspetto da spaventapasseri… e’ come se il capo ora sia
retto da una specie di bastone molto esile.
Ma la vera mostruosita’
di questa scena deriva dagli arti superiori..
Il machete ha tranciato
quasi completamente il braccio destro, poco al di sopra del polso. Radio ed
ulna sono esposti, ed assomigiano alle canne di una ‘doppietta’; anch’essi sono
pieni di terriccio e sporcizia... come fara’ a non beccarsi una osteomielite!
La mano penzola, con
nervi, tendini e vasi sanguigni al vento, quasi come fili elettrici di un
impianto reso inutilizzabile da qualche vandalo.
Il braccio sinistro e’
piu’ o meno nella stessa situazione. Entrambe le ossa spezzate, anche se, in
questo caso, ancora ricoperte da qualche muscolo. Pure qui pero’ la mano
penzola in posizione grottesca, con tutti i tendini tagliati e lacerati in malo
modo. C’e’ sangue dovunque, e prima di tutto bisogna trasfonderla.
So che fuori in barella
c’e’ anche una vicina di casa, che si e’ presa una ‘machetata’ sulla mano per
aver tentato di fermare quel folle.
“Ma come si fa ad
arrivare a tanto, infierendo poi sulla persona a cui un giorno si e’ promesso
amore incondizionato e fedelta’ nella buona e nella cattiva sorte?”, penso tra
di me. Poi mi do una spiegazione che tenta di conferire un po’ di razionalita’
ad un fatto di follia cosi’ totale: “sara’ stato sotto l’effetto di qualche
droga… altrimenti non avrebbe potuto farlo”.
Lavoriamo non-stop per
quasi sei ore per riuscire a sistemare alla bell’e meglio le innumerevoli ferite
e le tremende fratture.
Sia per Ann che per la
vicina dobbiamo ricorrere ad una lunga anestesia generale.
Siamo distrutti quando
finiamo; e’ quasi mezzanotte e non abbiamo neppure cenato. E’ a questo punto
che Jesse, fino ad ora in tensione estrema, si lascia andare ad un commento che
non mi suona poi cosi’ strano a queste latitudini: “non ci sarebbe niente di
strano se fra qualche mese lei tornasse da lui. Queste cose capitano sovente,
ed alla fine tornano quasi sempre insieme”.
Fr Beppe Gaido
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