mercoledì 21 novembre 2012

Naomi ha finito gli esami

E' stato un mese molto impegnativo e certamente durissimo per la nostra figlioletta Naomi, ma ora anche gli esami di maturita' sono finiti. 
Naomi e' stanca e direi generalmente soddisfatta, nonostante i "se" ed i "ma" che accompagnano tutti gli esami, in parte determinati non dalla reale preparazione ma dalla emotivita' del candidato. 
Credo di poter dire che Naomi si e' veramente impegnata ed ha dato assolutamente il meglio di se'... il resto lo lasciamo fare al Signore. I risultati non saranno pubblicati fino a febbraio, ma certamente Naomi ha passato gli esami. 
Il voto da lei preso ci dara' anche indicazioni piu' precise sul tipo di "college" che potra' scegliere... lei e' ancora assiduamente concentrata su una formazione in ambito sanitario, e non c'e' verso che voglia rendersi conto del fatto che forse una carriera ospedaliera potrebbe essere molto difficile per lei. 
Per ora la lascio sognare, riflettere e meditare. Da adesso a febbraio non stara' comunque a poltrire in quanto ha chiesto di essere iscritta ad un piccolo corso di computer disponibile a Chaaria... comincera' a giorni la nuova avventura. 
Insieme a Naomi, dico grazie a tutte le persone che hanno pregato per lei durante gli esami. Umilmente poi mi rivolgo ai donatori di Naomi, per un ulteriore aiuto per il futuro, considerando che ogni corso da lei scelto sara' comunque abbastanza costoso. 
Un grazie anticipato. 

Fr Beppe

 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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