Sulle scale che collegano ospedale e centro Buoni Figli osservo migliaia di
ali di insetto. E’ come un tappeto semitrasparente, che ogni giorno spazziamo
via ed ogni giorno si riforma. Che strana la creazione, soprattutto dopo un
abbondante temporale: ci sono miriadi di animaletti volanti, che alla sera
popolano l’aria e volteggiano senza stancarsi attorno al nostro lampione; poi
al mattino seguente sono gia’ tutti morti. Essi nascono prima del tramonto, e
non riescono neppure a vederne un secondo. La vita e’ veramente un mistero: ci
sono creature nate solo per morire; ci sono insetti che non hanno sopravvivenze
superiori alle 12 ore. Qualcuno mi dice: “sono esseri svantaggiati nella scala
evolutiva”, ma a me piace pensare in un altro modo: non e’ il tempo che conta, ma l’intensita’ con cui vivi. Anche
queste creature sono state pensate da Dio, e la loro esistenza non e’ inutile,
come non lo e’ quella del fiore del campo che “al mattino fiorisce, e alla sera
e’ falciato e dissecca”.sabato 3 novembre 2012
Oggi ha piovuto tanto
Sulle scale che collegano ospedale e centro Buoni Figli osservo migliaia di
ali di insetto. E’ come un tappeto semitrasparente, che ogni giorno spazziamo
via ed ogni giorno si riforma. Che strana la creazione, soprattutto dopo un
abbondante temporale: ci sono miriadi di animaletti volanti, che alla sera
popolano l’aria e volteggiano senza stancarsi attorno al nostro lampione; poi
al mattino seguente sono gia’ tutti morti. Essi nascono prima del tramonto, e
non riescono neppure a vederne un secondo. La vita e’ veramente un mistero: ci
sono creature nate solo per morire; ci sono insetti che non hanno sopravvivenze
superiori alle 12 ore. Qualcuno mi dice: “sono esseri svantaggiati nella scala
evolutiva”, ma a me piace pensare in un altro modo: non e’ il tempo che conta, ma l’intensita’ con cui vivi. Anche
queste creature sono state pensate da Dio, e la loro esistenza non e’ inutile,
come non lo e’ quella del fiore del campo che “al mattino fiorisce, e alla sera
e’ falciato e dissecca”.Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
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