martedì 18 dicembre 2012

Santo Natale 2012

CARISSIMI BENEFATTORI DI CHAARIA 
CARISSIMO DON GABRIELE, MIO PARROCO, 
CARISSIMI TUTTI, 

Con queste poche parole scritte pero’ con tutto il cuore, desidero ringraziare coloro che si adoperano per Chaaria, con varie iniziative di solidarietà
C’e’ chi si trasforma in mercante per un giorno e chi si fa in quattro per organizzare un aperitivo solidale che dovrebbe “dare la luce a Chaaria…" tra l’altro, in questo periodo, siamo perennemente al buio! 
Facciamo il tifo per il generatore, che tenga duro anche lui, e non ci lasci a piedi… soprattutto quando siamo in sala. 
Ci sono poi sforzi immensi per organizzare raccolte fondi da dedicare ai più poveri, nonostante la grave crisi economica che colpisce anche l’Italia. 
Ci sono poi angeli che, costantemente lasciano offerte per Chaaria SENZA RICEVERE NEPPURE UN GRAZIE, PERCHE’ DESIDERANO RESTARE ANONIMI. 
Noi siamo i fruitori, e non possiamo che dire grazie, e cercare di essere degni di tanta generosità con un lavoro costante, unito ad una dedizione totale ai malati ed ai poveri che bussano alla nostra porta. 
Pensateci sereni e motivati, anche se a volte un po’ scoraggiati… 
AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO 2013 
“Bambino Gesù asciuga le lacrime dei fanciulli ! Accarezza il malato e l'anziano! Spingi gli uomini a deporre le armi e a stringersi in un universale abbraccio di Pace” 
Giovanni Paolo II 

Fr Beppe e la comunità di Chaaria 



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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