martedì 4 dicembre 2012

Un caso di invaginazione intestinale


James e’ entrato al Cottolengo Mission Hospital sabato pomeriggio con dolori urenti in zone periombelicale ed epigastrica.
Non lamentava vomito ma non andava di corpo da 3 giorni.
Alla visita l’addome non era disteso, non c’erano segni di peritonismo ed i borborigmi erano presenti.
Ho fatto una ecografia addominale che e’ risultata negativa.
Mi sono riproposto di rivederlo quotidianamente e di programmare una gastroscopia per il lunedi’ seguente.
Ho lasciato il paziente a digiuno. Ho prescritto dello zantac in vena, delle soluzioni reidratanti endovenose e del lattulosio per bocca.
Alla domenica le condizioni generali erano stazionarie, senza segni di peggioramento.
Invece ieri mattina James presentava un quadro clinico di addome acuto: aveva anse disegnate che diventavano molto evidenti soprattutto nel momento di lancinanti dolori colici. Era anche apparso un inquietante vomito fecaloide.
Abbiamo quindi deciso per una laparatomia d’urgenza, pur senza una chiara idea di cosa potesse aver causato l’addome acuto.
A peritoneo aperto ci siamo trovati di fronte ad una sorpresa: una lunga invaginazione (o intussuscezione) dell’intestino tenue, con anse molto dilatate a monte. Con prudenza abbiamo quindi de-invaginato il tenue, sperando a quell punto di aver finito l’intervento. Quando pero’ l’intestino e’ stato riportato alla situazione normale, e’ diventata manifesta anche la causa della intussuscezione.
C’era una massa dura e rotondeggiante all’interno dell’ansa che aveva fatto da testa della invaginazione. Siamo stati quindi obbligati ad eseguire una resezione ileale con anastomosi termino-terminale.
L’intervento e’ stato comunque pulito, calmo e didattico… non abbiamo incontrato intoppi; l’anestesia generale ci ha aiutati tantissimo e noi abbiamo suturato con tranquillita’ in due strati. La nuova sala ci ha offerto un ambiente adeguato e spazioso.
Mentre Jesse svegliava il malato, noi abbiamo aperto il pezzo operatorio.
Si trattava di un grossop polipo peduncolato di cui ignoriamo la natura. Abbiamo gia’ mandato il campione a Nairobi per l’istologico, sperando che non si tratti di un altro GIST.
James ha trascorso la prima giornata post-operatoria senza particolari problemi.

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....