mercoledì 30 gennaio 2013

Cara Jackline

Carissima Jackline, 
anche per te spendo una lacrimuccia di nostalgia. Ti ringrazio di tutto quello che hai fatto per noi, per le mamme della maternita' e per i bimbi della pediatria. 
Ti ringrazio per lo stupendo rapporto che hai saputo instaurare con tutto lo staff che ha lavorato con te. 
Grazie poi perche' mi hai capito! Non e' una cosa da poco! Non mi hai mai chiamato scorbutico, intrattabile o irascibile. Hai sempre ascoltato anche i miei sbottamenti e mi hai offerto una parola di comprensione e di incoraggiamento. 
Sei stata una grande volontaria: hai donato il massimo, per tantissime ore al giorno, e soprattutto hai avuto successo in un aspetto che molti glissano o ignorano: sei diventata l'amica delle nostre infermiere, dei clinical officer e di tutti. 

 

Anche a nome di Fr Giancarlo, posso dire che e' stato bello sentire la tua presenza amica in ospedale. 
Grazie perche' hai rispettato i nostri metodi per l'assistenza al parto e non ti sei mai atteggiata come insegnante del nostro staff; grazie per averci sempre aiutato in sala per i cesarei quando avevamo bisogno di te, e grazie anche per essere sempre venuta alle lezioni che con fatica preparo ogni giovedi'. 
Ci mancherai e ti auguriamo una vita piena e felice, dovunque il destino ti condurra' in futuro. 

Fr Beppe





Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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