lunedì 28 gennaio 2013

La bambina caduta dall'albero di Mango

Carissimi amici del blog, scusate se oggi sono solo due righe. 
E' stata una giornata tremenda ed ancora mi aspettano due cesarei... e pensate che ora che scrivo sono gia' le 22 del Kenya: immaginate a che ora andremo a dormire. 
Ho pensato di mandarvi le foto della bimba caduta dall'albero. So che molti di voi hanno trovato la foto apparsa qualche giorno fa molto shockante, ma ora guardate come e' cambiata la bambina. 
Certo e' ancora gonfia, e poi la vedete piangente a motivo del fatto che le avevamo appena staccato la medicazione. Nonostante tutto, penso che sia comunque un grande successo.
Non ci sono deficit del faciale e quindi non ha sviluppato emiparesi del volto. Per ora non ci sono fistole salivari alla cute. La bimba riesce ad aprire un po' la bocca e ad alimentarsi. 


 

Tutto questo ci fa sperare in una pronta guarigione ed in una "restitutio ad integrum" quasi completa. 
Vi mando questo post perche' anche voi gioiate con noi per i piccoli successi del nostro operato. 
Pensatemi in sala fino alle ore piccole... e con il generatore perche' manca la luce. 

Fr Beppe 





Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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