giovedì 31 gennaio 2013

Un'infermiera per i buoni figli

Zaveria, nostra infermiera dell'ospedale, ha deciso di dedicare i giorni di riposo dopo la notte ad una attivita' di volontariato presso il Centro dei Buoni Figli. 
Li sta visitando uno ad uno, con la preziosa collaborazione di Fr Simon: grazie a Zaveria stiamo aprendo una cartella clinica personalizzata per ognuno dei nostri ragazzi; ad essi vengono offerti esami ematochimici di base, la misurazione della pressione arteriosa ed una visita generale. 
Zaveria si occupa anche di creare un lavoro in rete con i fisioterapisti, in modo da pianificare ed attuare dei programmi di riabilitazione personalizzati per i singoli ragazzi; inoltre verifica e modifica la terapia anticomiziale e psichiatrica per coloro che ne fanno uso. 
Siccome i riposi dopo il turno di notte sono 8, e siccome Zaveria fa la notte una volta al mese, i ragazzi del Centro avranno l'infermiera una settimana ogni mese: considerndo il tempo necessario per aprire le cartelle cliniche e per aggiornarle, pensiamo che ogni ragazzo potra' essere visitato ogni 5-6 mesi... salvo emergenze. 



Cio' permettera' aggiustamenti farmacologici, piani individualizzati di riabilitazione e terapia occupazionale, revisioni della dieta per prevenire l'obesita', visite odontostomatologiche quando necessario. 
Inoltre, in caso di ricovero ospedaliero, sara' molto piu' facile raccogliere l'anamnesi ed impostare la terapia. 
Ringraziamo di cuore Zaveria per la sua generosita'. 

Fr Beppe 




Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....