giovedì 21 febbraio 2013

La nuova macchina per gli elettroliti

Oggi è stato installato il nuovo analizzatore di elettroliti donatoci con estrema generosità dal Gruppo Volontari Sardi "Karibu Africa".
La vecchia macchina era continuamente rotta e le riparazioni ci dissanguavano.
L'acquisto del nuovo strumento è un grosso investimento, che comunque porterà anche ad un notevole risparmio per l'ospedale nel settore della manutenzione.
Il nuovo analizzatore esegue non solo sodio, potassio e cloro, ma anche la calcemia.
Quest'ultimo test assume un valore crescente a Chaaria, sia per la patologia tiroidea che per tutte le problematiche ortopediche.
Come sempre noi siamo i fruitori della generosità dei nostri benefattori, che in Italia fanno sacrifici per aiutarci e per rendere il nostro ospedale sempre più efficiente ed attrezzato.






 



Ringraziamo personalmente coloro che hanno offerto il loro obolo all'Associazione per la realizzazione di questo nuovo progetto.
A tutti offriamo, oltre alla nostra gratitudine, anche la nostra povera ma sincera preghiera.
Promettiamo inoltre il nostro impegno ad essere sempre a disposizione per il servizio di tutti coloro che sono poveri ed abbandonati.
Grazie ancora al gruppo di Cagliari che da sempre si è distinto per una grandissima generosità nei nostri confronti.
Grazie perchè credete in noi! Da parte nostra cercheremo con impegno di non deludervi mai!

La comunità di Chaaria



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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