domenica 24 febbraio 2013

Marieta ci ha lasciati

Nella foto Marieta è la prima sulla destra. Per molti anni ha lavorato nel nostro laboratorio analisi, anche se le cose che sapeva fare le aveva imparate tutte sul campo. 
Ora, dopo anni di lavoro, di sacrifici e di risparmi, Marieta ha potuto realizzare il suo sogno: tornare a scuola. 
E' stata accettata nella scuola infermieri di Nkubu, ed ha già lasciato il lavoro per iniziare il suo corso di studi. 
Per noi è stato un colpo perché la scuola ha dato a Marieta un preavviso molto breve, e quindi noi ora ci troviamo con un tecnico di laboratorio in meno, senza aver avuto il tempo necessario per organizzare un adeguato passaggio delle consegne. 
D'altra parte però siamo molto contenti per lei, che finalmente potrà avere tra le mani un diploma. 


 
Marieta è molto coraggiosa perchè ha un marito e dei figli, ma sa quanto sia importante qualificarsi. 
Qui in Kenya le scuole sono convitto, e lei potrà andare a casa solo durante le vacanze. E' un grande sacrificio per lei e per la sua famiglia... ed anche da questo punto di vista ha davvero tutta la nostra ammirazione. 
Auguriamo a Marieta buona fortuna nel nuovo corso di studi da lei intrapreso. 
Siamo quasi certi di averla persa per sempre, ma chi lo sa? Magari poi, dopo il diploma, le farà piacere tornare a Chaaria a servire i malati con noi. 

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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