giovedì 21 marzo 2013

Mercy e Linda: chi parte e chi arriva


Oggi Sr Anselmina di Nkabune e’ venuta a prendersi Mercy e se l’e’ portata all’orfanotrofio. 
E’ sempre un momento dal sapore agrodolce quando uno dei bimbi ci lascia... ma sappiamo che questo e’ il nostro compito, sin da quando il Vescovo Emerito di Meru, Mons Silas Njiru, ci chiese di iniziare nel 1999: noi siamo una tappa di passaggio per neonati o pretermine; ci prendiamo cura di loro finche’ la responsabile dell’orfanotrofio di Meru ritiene che i nostri servizi non siano piu’ necessari. Noi possiamo ricevere i bambini solo attraverso l’orfanotrofio della diocesi, ed alla diocesi li rimandiamo appena essi ce li richiedono. 
Infatti non siamo registrati presso il ministero del “child welfare” come orfanotrofio. Il nostro servizio e’ una specie di propaggine del nido e della pediatria.


 
Con Mercy abbiamo finito il nostro lavoro, ed e’ arrivato il momento della dimissione: Mercy  stava benissimo; era pasciuta e tranquilla, e Sr Anselmina si e’ sentita in grado di seguirla nella sua struttura. La incontrera’ molti altri bimbi ed avra’ tutti gli stimoli necessari alla sua crescita.
Come molti ricordano, Mercy ha ormai 7 mesi ed e’ completamente orfana. Era stata trovata sul ciglio della strada e portata all’orfanotrofio. La suora ce l’aveva poi affidata perche’ troppo piccola per rimanere a Nkabune. Ora Mercy ritorna dalla suora che ce l’aveva data in custodia.
Naturalmente con Sr Anselmina avvengono sempre degli scambi, ed il dono che stavolta ci ha fatto, mentre si riprendeva Mercy, e’ stato quello di affidarci Linda.
Linda ha quasi quattro mesi ed e’ orfana solo di mamma.
Sua madre e’ morta circa due mesi fa presso il nostro ospedale per scompenso cardiaco. Sapevamo che aveva una bimba piccola, ma il papa’ aveva deciso di tenerla, anche dopo essere rimasto vedovo.
Evidentemente poi si e’ reso conto che non ce la faceva piu’ a seguirla adeguatamente, e si e’ rivolto all’orfanotrofio di Nkabune.
Sr Anselmina ha accolto Linda, ma l’ha considerata ancora troppo piccola per la sua struttura: ecco perche’ ce l’abbiamo noi per qualche mese.
Siamo sicuri che un giorno il papa’ la riprendera’ con se’.
Il nostro sevizio dagli orfani continua senza soluzione di continuita’. Ora la responsabile durante il giorno e’ Tabitha, mentre di notte abbiamo aumentato il personale di una unita’: abbiamo Doris e Isabella che si alternano e, insieme ad altri compiti, si occupano prioritariamente dei piccoli.

Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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