giovedì 23 maggio 2013

Lettera dal dr. Giuseppe Farnese

Carissimi amici e simpatizzanti dell'associazione volontari, 
lo scorso fine settimana ho avuto l'onore di recarmi in visita in Sardegna presso i nostri amici volontari dell'associazione Karibu Africa.
Come molti di voi già sapranno Karibu Africa di Cagliari, già da alcuni anni beneficia la missione di Chaaria con il prezioso lavoro dei suoi volontari capeggiati dal dott. Luciano Cara.
I nostri volontari in missione da anni si incrociano e solidarizzano con i nutriti gruppi sardi.
Era naturale che le nostre due associazioni, pur mantenendo autonomia organizzativa,   iniziassero una fitta e feconda collaborazione in termini di  gestione dei flussi di volontari e della raccolta fondi  e strumentario per le iniziative benefiche.
Il gentilissimo dott. Cara, per onorare il sodalizio creatosi fra le nostre organizzazioni,   in passato aveva partecipato ad alcune nostre riunioni a Roma e nel gennaio scorso, in occasione della grande inaugurazione della nuova sala operatoria di Chaaria, ha invitato i vertici della nostra associazione alla serata di beneficenza di sabato 18 maggio.





In qualità di vicepresidente mi sono recato quindi a Cagliari ospite di Karibu Africa a rappresentare l'associazione amica del “continente”.
La testimonianza che riporto è tutta improntata a sentimenti di piacevole sorpresa nel constatare che i nostri amici sardi hanno organizzato una magnifica serata di musica e danze!
Ho avuto modo di apprezzare un minuzioso lavoro di preparazione della serata iniziato parecchi giorni prima della festa. Tanti volontari e simpatizzanti hanno portato il loro contributo cucinando, pulendo, ordinando e organizzando le attività di ristoro, servizio agli ospiti, musica e pesca di beneficenza. 
Tante aziende hanno anche sponsorizzato l'evento donando cibo, musica e i premi della pesca.   L'Aeronautica Militare ha concesso l'uso del loro circolo ufficiali, una location suggestiva sulle rive della laguna di Cagliari.
Tutti sforzi ripagati da una presenza massiccia di centinaia di ospiti, dal successo della pesca di beneficenza e dai volti di coloro, grandi e piccini, che si divertivano alle danze!
Posso testimoniare la calorosa ospitalità dei nostri amici sardi i quali mi hanno onorato facendomi intervenire durante la presentazione della serata per salutare gli ospiti. 
Il dott. Cara e la sua adorabile consorte Francesca mi hanno anche ospitato a casa loro per la notte (o quel che ne rimaneva).
A tutti loro va la mia ammirazione e gratitudine a nome mio, dell'associazione che rappresento e in ultima istanza dei nostri fratelli africani.
Torno a casa con molte idee, un buon esempio ed una sana invidia per il loro affiatamento. 
Coltivo la speranza che anche noi continentali possiamo un giorno eguagliare le loro gesta e organizzare un po' di festicciole briose.

Un grosso saluto.

Giuseppe Farnese






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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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