- la mia esperienza con voi è stato un periodo meraviglioso e duro nello stesso tempo, perché l’impatto con una realtà così diversa dalla mia non è stato semplice.
- mi trovo in uno stato contraddittorio quando penso che da una parte mi piacerebbe poter mollare tutto in Italia e venire a lavorare stabilmente con voi, dall’altra i legami con la famiglia, gli amici ed il lavoro non mi permettono di fare questa scelta.
- i bambini malati gravi, i giovani agonizzanti per l’AIDS sono come fotografie marchiate a fuoco nel mio cuore, ma solo mie, non da esibire a qualcuno che forse non capirebbe.
- per non parlare dei “piccolini”, un pezzo del mio cuore è ancora con loro: Marco, che sarà ormai un piccolo ometto, e forse sarà all’orfanotrofio... Joy a cui mi sono affezionata moltissimo e mi viene voglia di piangere tutte le volte che la penso; Grace così piccola e indifesa.
- il ricordo di tutti voi e di quell’esperienza è ancora così forte nel mio cuore...e credo che non svanirà mai.
- le persone che ho conosciuto un po’ meglio...... mi hanno offerto un’amicizia che mi rese molto più facile un’esperienza che per certi versi non è stata per niente facile. Con loro mi sono addirittura divertita.
- nella vostra casa l’ospitalità è sacra, ma è pagata con un prezzo d’amore che esige sacrificio e fatica per garantire quella intensa comunione che vi fa Chiesa e segno di Dio.
- ha toccato nel profondo la sofferenza dei poveri. Quando in ospedale vedevo morire bambini, ragazzi, uomini e donne per malaria, denutrizione, AIDS, povertà e miseria, avvertivo in me un senso di colpa per essere parte di una struttura di peccato che schiaccia i
deboli e li dimentica.
- porto dentro di me tante immagini: i volti dei bimbi e delle loro tenerissime mamme, le sofferenze ed i sorrisi dei pazienti, gli occhi e le braccia tese dei piccoli all’orfanotrofio... la vostra dedizione infaticabile... Ringrazio davvero il Signore per avermi concesso questa opportunità di servizio.
- è stato emozionante e commovente sentire i pazienti che uscivano dicendomi, “Dio ti benedica”, o i bambini delle scuole e gli insegnanti invitarci a visitarli e farci dei regali, che appaiono umili in sé, ma mi hanno riempito il cuore.
- la nostalgia di voi in me è davvero forte e cresce di giorno in giorno.
- queste esperienze ti cambiano nel profondo tanto che si fa fatica a rivivere come prima.
- Chaaria mi manca tanto... mi mancano tante cose, ma soprattutto la semplicità, l’umiltà ed il sorriso delle persone che ho incontrato.
Fr. Beppe Gaido
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