Ho
ritirato il libro di Fr. Beppe “Ad un passo dal cuore” alle 18 di ieri sera (cena
compresa) l’ho terminato alle 21. Io sono un lettore veloce e sono stato preso
nel vortice di questi racconti che in parte avevo già letto sul blog, in parte
Beppe mi aveva raccontato, in parte vissuti a Chaaria.
Mi
sono sentito entrare in vibrazione consensuale con le parole che leggevo, i
nomi, i termini in swahili, gli odori buoni e cattivi che tornavano alle
narici, la polvere e la pioggia, i colori della terra, le piante fiorite, le
notti stellate, il camminare nel fango vischioso una notte tornando da Meru con
l’auto in panne.
Nelle
lettere raccolte e pubblicate sono narrate molte sconfitte: è normale che un
medico ricordi più queste che le vittorie, ma non si trova mai rassegnazione o
resa all’ingiustizia sociale, alla fatica fisica e mentale, all’impresa gigantesca
di andare avanti giorno dopo giorno.
Non
c’è mai il compiacimento per i risultati ottenuti, se mai la consapevolezza del
percorso fatto.
E
poi la voglia di sognare nuovi spazi, nuove attività e sfide. Questo non
sentirsi mai arrivato, questa fame e capacità di imparare questo coraggio di
applicare anche tecniche appena apprese è sempre stato per me un motivo di
ammirazione per F. Beppe, assieme alla capacità di accettare anche l’impotenza
terapeutica ed l’inevitabilità della morte.
Spero che questo libro sia letto da molti, per
la storia che narra, per lo stile efficace ed elegante, per le informazioni
preziose sull’Africa, sul Kenya e nel piccolo su Chaaria, ma soprattutto per il
messaggio che, a parer mio, è fondamentale sull’ingiustizia che colpisce
milioni di persone nel mondo e ci chiama in causa: nessuno di noi può dire che
non sapeva.
Spero
non sia l’ultimo prodotto editoriale di Fr. Beppe anche perché, solo nelle
lettere di questi ultimi mesi, ve ne sono alcune straordinariamente incisive.
Dopo
averlo “divorato” ieri, lo rileggerò lentamente per cogliere gli aspetti che mi
saranno sicuramente sfuggiti.
Ha
comunque reso ancora più acuto il mio “mal d’africa” che dovrò tener buono
ancora per qualche mese. Ciao Beppe.
Max
Albano
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