giovedì 18 luglio 2013

Arrivederci Fr. Giancarlo...

Oggi abbiamo dedicato pochi minuti di pausa negli uffici dell’ospedale a salutare ufficialmente Fr Giancarlo che sabato si reca in Italia per un meritato periodo di riposo di un mese.
Ci siamo seduti per una bibita ed un pezzo di torta, e gli abbiamo donato una borsetta tradizionale che egli potrà usare in Italia ricordandosi di noi.
Non sono mancate parole di stima e di apprezzamento per il grande lavoro fatto da Giancarlo in questi anni e per il team veramente professionale che egli è riuscito a organizzare nel reparto di amministrazione dell’ospedale.
Sicuramente Giancarlo ci mancherà molto e sono sicuro che io in particolare sentirò acutamente la sua mancanza, dal momento che lui è davvero la mia spalla destra... e non solo per l’ospedale, ma anche per la manutenzione, per le problematiche elettriche e per i rapporti con le autorità governative.
Mi mancherà anche un fratello con cui condividere e parlare liberamente nei momenti duri e di scoraggiamento.
Però siamo tutti contenti che Giancarlo vada a vedere i suoi genitori e possa stare a casa con i suoi il più a lungo possibile. 
Gli auguriamo di riuscire a vedere anche tutti i suoi amici e le persone a lui più care.
Buon viaggio e buona vacanza.


Fr Beppe e staff dell’ospedale


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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