venerdì 5 luglio 2013

Il mio profondo rispetto per i musulmani

In questi pochi giorni di assenza da Chaaria ho pernottato vicinissimo ad una moschea. E' stato normale quindi incontrare continuamente persone di fede islamica.

Come sempre, sono stato profondamente impressionato dalla loro fede.
Pur avendo qualche difficoltà nel comprendere certi aspetti della loro religione, non posso non ammirare la loro fedeltà alla preghiera ed al rapporto con Dio.
Tutte le mattine sono stato svegliato dal muezzin che intonava preghiere dal minareto alle 4.30. Ad ogni mezzogiorno vedevo la moschea piena di uomini nel classico atteggiamento di preghiera. La stessa scena si ripeteva alle 18 di ogni sera.
Anche per strada, vicino alla moschea, si aveva la chiara impressione di come la fede permeasse la loro vita: bancarelle che vendono rosari islamici, tappetini per la preghiera, incenso.
Ho spesso visto i venditori di strada immersi in preghiera o completamente concentrati nella recita di qualche sura del Corano.




Non posso nascondere la mia ammirazione e la considerazione di quanto distante io sia dalla loro fede. Ho cercato di essere fedele alla messa quotidiana in cattedrale, ma certamente non ho pregato quanto loro hanno pregato.
Ogni volta che mi capita di dormire vicino ad una moschea, quando la loro preghiera mi sveglia nella notte, io mi chiedo quanti cristiani farebbero come loro, alzandosi tutte le mattine alle 4 per l'orazione, e poi ricordandosi della preghiera tre volte al giorno.
Anche io che sono un religioso, certo non prego tanto come loro.
Colgo comunque questi momenti per lasciarmi provocare dal loro esempio e per ringraziarli della loro coerenza.

PS: sono sulla via del ritorno a Chaaria. Dovrei essere in servizio già domattina. Ringrazio i Fratelli, i volontari e tutto lo staff che mi han concesso questo momento di aggiornamento e riposo. Sono pronto a riprendere le nostre battaglie di Chaaria e citando Pietro che mi
descriveva in questi giorni il superlavoro e le difficoltà dell'ospedale, posso ripetere anche io con lui: "il mio morale e quello della truppa sono alti anche se le forze nemiche sembrano sovrastanti".
Il prossimo post lo riceverete da Chaaria

Fr Beppe


1 commento:

Berardo Alessandra ha detto...

Buongiorno... è la prima volta che vi scrivo, sono Alessandra Berardo sono un'infermiera nel reparto di Medicina dell'ospedale Cottolengo di Torino.
sono iscritta alla vostra newsletter da quasi un anno e vi seguo assiduamente da sempre... son molto vicina a tutte le vicende di Chaaria, a Fratel Beppe, a tutte le sue Storie, vivo con voi le gioie e le sofferenze, seguo i volti e gli occhi e i sorrisi e le lacrime del vostro cammino e nutro grande affetto e stima per i vostri passi anche se non vi conosci personalmente... benchè nutro la speranza e il desiderio di incontrarvi e di intrecciare un pezzetto dei miei fili con i vostri...
Sono rimasta molto colpita dalla lettera di Fratel Beppe e del suo immenso rispetto per la fede e la devozione di preghiera con cui i Musulmani ringraziano e nutrono la loro fede.
vorei semplicemente aggiungere il mio pensiero e le mie personali riflessioni.
... Forse è vero che spesso la nostra forza si rivela in tutta la sua più profonda debolezza e sicuramente non abbiamo la costanza e la fedeltà puntuale, precisa e metodologica dei riti di preghiera musulmani, però penso che la forza e soprattutto l'Amore per l'altro con cui giornalmente vi dedicate a chi ha la fortuna di avervi vicino e il sorriso che sapete regalare a chi non ha sempre la forza di farlo da solo o che semplicemente ha perso di vista le Stelle e i Sogni acui dedicarlo... faccia la differenza e valga altrettanto se non di più tutta la precisione e puntualità di una preghiera...
Il cammino che state percorrendo è talmente duro e spesso coperto da polvere e sassi pesanti con cui lottare ogni secondo della vostra giornata che forse il tempo rituale della preghiera è lasciato ad una lacrima che dovete asciugare o au sorriso che riuscite a far nascere e io credo nel mio più profondo del cuore che possa valere la pena sacrificare la costanza e la presenza puntuale della preghiera e regalare qualche sorriso e un abbraccio per chi magari non conosce nemmeno più il senso della preghiera perchè magari la malattia e il dolore hanno offuscato i loro occhi, la fame o le cicatrici nel cuore gridano forte il loro dolore... loro hanno bisogno di voi... della vostra costante presenza e del vostro Amore... credo che i loro cuori vivano anche senza preghiere ma non certo sopravviverebbero senza un sorriso...


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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