martedì 9 luglio 2013

La mangusta

Oggi è stata una giornata tremenda.
Mi ero abituato troppo bene con Pietro e Giorgia che mi facevano tutti gli interventi.

Oggi quindi è stata proprio dura dover operare, visitare e fare gastroscopie senza alcun aiuto.

Ho appena finito e sono passate le 23.
Mi sento sfinito e prego solo che non mi chiamino stanotte.
Oggi comunque, all'ora di pranzo ho avuto una esperienza stranissima che mi ha commosso e fatto sorridere a lungo.
Passavo dalla shamba per andare in refettorio ed ho intravisto una mangusta in un cespuglio.
Senza neppure crederci io stesso, ho iniziato a chiamarla con il normale richiamo che uso per Tofi... e lei inspiegabilmente è uscita dal suo riparo e mi è venuta incontro.



Arrivata davanti ai miei piedi si è accucciata per terra e si è fatta accarezzare... ho scattato una bella foto.
Non si sarebbe più mossa, ma io avevo solo pochi minuti prima di rientrare in sala. Dopo un attimo l'ho quindi lasciata lì, e sono corso a mangiare un boccone. 
Che strano che una mangusta si sia fatta accarezzare. vediamo se domani si fa ritrovare allo stesso cespuglio.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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