martedì 9 luglio 2013

Recensione

Caro Beppe, Stefano mi ha detto ieri che “La Guida” settimanale diocesano di Cuneo ha pubblicato, con la foto della copertina del volume, la recensione che avevo inviato di “Ad un passo dal cuore”.
Te ne invio il testo. 
Ti ricordiamo, ricordaci anche tu al Signore. Un abbraccio


Giancarlo Giaccardi






Il dr. Gaido (fratel Beppe della congregazione del Cottolengo), vive dal 1998 a Chaaria, un remoto villaggio nel Meru alle pendici del Monte Kenya. Quivi fin dagli anni 80 il “Cottolengo” gestiva un Dispensario che si è successivamente espanso, sotto la guida di fratel Beppe, fino a diventare un ospedale di riferimento.

Oltre a dedicarsi alla prevenzione diagnosi cura delle più svariate malattie, il “Cottolengo Center” di Chaaria è anche un laboratorio di “volontariato” dove, più che in altre realtà che ho avuto modo di conoscere, si attua una osmosi tra volontari residenti e visitors. Il “Cottolengo Center” è una struttura complessa, dove oltre all'ospedale si trova una casa per l'assistenza ai “buoni figli”. Ogni volontario con la più varia professionalità e preparazione, può trovare qui il modo per incontrare dal vivo l'Africa.

“Ad un passo dal cuore”, uscito pochi giorni fa per le Edizioni Paoline è un messaggio che fratel Beppe ci invia sotto forma di un diario dei giorni più significativi della sua presenza a Chaaria. La realtà descritta è a volte incredibilmente tragica. In certi momenti più che un remoto villaggio del nostro pianeta, pare di osservare un girone della “Commedia”, solo che nel mondo di Dante erano i colpevoli a soffrire, qui soltanto gli innocenti. Tuttavia il lume della fede tiene accesa la speranza; le emozioni più forti non arrivano mai ad essere distruttive, la paura non diventa mai terrore, l'angoscia mai disperazione. 

Doreen è un bambina con una cardiopatia scompensata dice: “Se il mio cuore si fermerà quando sarò ancora piccola allora farò a Dio questa domanda: - Abba, se sapevi che ci sono bambini che nascono nella parte sbagliata del mondo e non possono curarsi, perché non fai nascere solo bambini sani in Africa, mentre quelli malati li fai nascere tutti nei paesi ricchi dove ci sono le medicine? E' forse perché i bambini africani ti piacciono così tanto che vuoi che tornino presto da te per farli diventare dei piccoli angioletti? - Io penso sia così”.

Il cammino a Chaaria ha maturato profondamente fratel Beppe. “Ci sono stati tempi in cui a Chaaria si discuteva di alti principi etici, di grandi tematiche internazionali, ci si confrontava su globalizzazione, si facevano riflessioni più o meno filosofiche sulla responsabilità dei popoli africani nel mantenimento della loro condizione di sottosviluppo. Ora è come se il tempo mi avesse levigato il cuore e seccato le corde vocali. Non ho più voglia di parlare, di esprimere giudizi, proporre soluzioni. Adesso credo che l'unica risposta al male del mondo sia il silenzio accompagnato dal nostro impegno serio e costante nel servizio a chi soffre”. 

Fratel Beppe ci invia da Chaaria un messaggio che veramente merita essere conosciuto.

Giancarlo Giaccardi

G. Gaido M. Bonanate

“Ad un passo dal cuore”

Ed. Paoline


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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