sabato 20 luglio 2013

Le chiamate notturne per cesareo

Sono certamente l’emergenza notturna più frequente nella mia esperienza di medico sempre di guardia tutto l'anno.

Negli ultimi tre giorni sono stato chiamato due volte di notte a motivo di cesarei, ma queste due ultime emergenze hanno avuto una ragione diversa.
In entrambi i casi si trattava di cesarei già eseguiti durante il giorno, per i quali erano sopraggiunte complicazioni.
La prima chiamata riguardava una emorragia post partum in paziente cesarizzata durante il giorno per enormi fibromi uterini in gravidanza a termine. L’emorragia post partum, sia dopo parto naturale che cesareo, è sempre un evento tragico, in cui bisogna agire in fretta in quanto la quantità di sangue perso è enorme in brevissimo tempo, e si rischia di perdere la paziente in un batter d'occhio. 
A volte tale complicanza è anche molto difficile da controllare e si può arrivare fino alla necessità di una isterectomia. Fortunatamente la cosa non si è verificata con la paziente di cui vi sto parlando, in quanto essa ha risposto rapidamente a dosi massicce di ossitocina in vena.



Ho comunque dovuto fare prove crociate e trasfondere, soprattutto perchè le condizioni generali erano instabili e la pressione arteriosa imprendibile. La malata è poi fortunatamente migliorata ed ora il post-operatorio è del tutto normale.
La seconda chiamata è invece stata motivata da una ipertensione acuta con crisi comiziali. La puerpera era stata cesarizzata durante il giorno a motivo di HIV e condilomi acuminati in area genitale.
Apparentemente non c’era storia di ipertensione duante la gravidanza, nè la paziente si dimostrava edematosa. Ho fatto rapidamente un esame dell’urina approfittando del fatto che la malata era cateterizzata ed ho trovato una proteinuria poco significativa. 
Le convulsioni sono state controllate con diazepan in vena e con fenobarbitone in muscolo, mentre per la presione mi sono affidato alla associazioni di nifedipina, idralazina ed alfa-metil-dopa. 
Durante la notte non ci sono stati nuovi episodi comiziali, ma durante il giorno abbiamo registrato altre quattro crisi. La pressione per adesso non è ancora soddisfacente: siamo partiti da 220/130, e stamane siamo giunti a 160/110. 
Non voglio però abbassare la pressione troppo rapidamente per evitare il rischio di ipossia cerebrale. La malata rimane critica ma speriamo di tirarla fuori dal pericolo.
I due esempi proposti vogliono solo ricordare il fatto che l’esecuzione di un cesareo rimane sì la ragione più frequente di una chiamata notturna, ma il cesareo può diventare causa di emergenze nel cuore della notte anche durante il periodo post-operatorio.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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