lunedì 8 luglio 2013

Lettera di Alessandra

Buongiorno... è la prima volta che vi scrivo, sono Alessandra Berardo sono un'infermiera nel reparto di Medicina dell'ospedale Cottolengo di Torino.

Sono iscritta alla vostra newsletter da quasi un anno e vi seguo assiduamente da sempre... son molto vicina a tutte le vicende di Chaaria, a Fratel Beppe, a tutte le sue Storie, vivo con voi le gioie e le sofferenze, seguo i volti e gli occhi e i sorrisi e le lacrime del vostro cammino e nutro grande affetto e stima per i vostri passi anche se non vi conosci personalmente... benchè nutro la speranza e il desiderio di incontrarvi e di intrecciare un pezzetto dei miei fili con i vostri...
Sono rimasta molto colpita dalla lettera di Fratel Beppe e del suo immenso rispetto per la fede e la devozione di preghiera con cui i Musulmani ringraziano e nutrono la loro fede.
Vorrei semplicemente aggiungere il mio pensiero e le mie personali riflessioni.
... Forse è vero che spesso la nostra forza si rivela in tutta la sua più profonda debolezza e sicuramente non abbiamo la costanza e la fedeltà puntuale, precisa e metodologica dei riti di preghiera musulmani, però penso che la forza e soprattutto l'Amore per l'altro con cui giornalmente vi dedicate a chi ha la fortuna di avervi vicino e il sorriso che sapete regalare a chi non ha sempre la forza di farlo da solo o che semplicemente ha perso di vista le Stelle e i Sogni a cui dedicarlo... faccia la differenza e valga altrettanto se non di più tutta la precisione e puntualità di una preghiera...




Il cammino che state percorrendo è talmente duro e spesso coperto da polvere e sassi pesanti con cui lottare ogni secondo della vostra giornata, che forse il tempo rituale della preghiera è lasciato ad una lacrima che dovete asciugare o au sorriso che riuscite a far nascere e io credo nel mio più profondo del cuore che possa valere la pena sacrificare la costanza e la presenza puntuale della preghiera e regalare qualche sorriso e un abbraccio, per chi magari non conosce nemmeno più il senso della preghiera perchè magari la malattia e il dolore hanno offuscato i loro occhi, la fame o le cicatrici nel cuore gridano forte il loro dolore... loro hanno bisogno di voi... della vostra costante presenza e del vostro Amore... credo che i loro cuori vivano anche senza preghiere ma non certo sopravviverebbero senza un sorriso...

Alessandra Berardo


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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