sabato 24 agosto 2013

Lettera da Chaaria

Carissimo Fratel Beppe,
usiamo il blog per rispondere alla tua lettera. Anche per noi è un momento particolare e alcuni di noi non ti hanno salutato di persona per non creare ulteriore commozione.
Ti promettiamo che in tua assenza faremo il possibile per non deluderti e per continuare il servizio ai poveri, seguendo l’esempio che tu stesso ci dai ogni giorno.
Sappiamo che sei in Italia per il Capitolo Generale e che questo impegnerà molto del tuo tempo e delle tue energie. Siamo felici che, comunque, riuscirai a salutare la tua mamma, tua sorella, i tuoi famigliari ed amici. Ti auguriamo di trascorrere con loro il più tempo possibile per “ricaricarti”!
Certo, sentiremo molto la tua mancanza in questo periodo, ma sappiamo che un mese passa in fretta e che continueremo ad essere uniti nella preghiera.
Come ci hai chiesto nella tua lettera, pregheremo affinche il Signore ti conceda la possibilità di tornare a Chaaria a lavorare con noi.
Con affetto e rinnovata stima, ti auguriamo di vero cuore di trascorrere un tempo felice in Italia.
A presto!


Cottolengo Mission Staff


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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