martedì 27 agosto 2013

Naomi

Come molti di voi sanno, Naomi ha deciso di ripetere l’ultimo anno delle superiori in quanto vorrebbe raggiungere un punteggio alla maturità che le permetta di accedere ad un “college” di formazione a sfondo sanitario.
Naomi ora studia presso una scuola secondaria della Diocesi di Meru, in una zona abbastanza distante da Chaaria, nel distretto di Chuka. 
L’istituzione scolastica da lei scelta è alquanto seria ed esigente, ed è solamente per studenti convittori: questo certamente ha costituito un problema ed insieme una sfida per la nostra Naomi. 
Ora essa deve aggiustarsi da sola per lavarsi la biancheria, per l’igiene personale, per andare a letto ed alzarsi nel dormitorio comune. E’ stata dura per lei, ma devo dire che la sua grande forza di volontà le ha permesso di adattarsi a queste nuove condizioni di vita in un tempo assai breve. E’ stata anche fortunata in quanto ha trovato alcune compagne di scuola molto servizievoli che la aiutano sempre senza chiedere nulla in cambio. 



La scuola non ha importanti barriere architettoniche (diversamente da molte altre più vicine a Chaaria, ma da noi scartate per ovvi motivi); devo dire che comunque il terreno abbastanza accidentato e la presenza di qualche gradino costituiscono un’ulteriore sfida per la nostra Naomi, una sfida che lei affronta ogni giorno a testa alta e con coraggio.
Per chi la conosce, non è una novità se dico che Naomi è una grande sgobbona e che sta studiando tantissimo, dimenticandosi anche di mangiare. Come vedete dalla foto (che è stata scattata venerdì scorso) la scuola è in una zona montagnosa; le condizioni climatiche, soprattutto nei mesi freddi di luglio ed agosto, sono state molto rigide, ed hanno costretto Naomi (condannata alla carrozzella) ad indossare calzettoni, maglioni e berretto anche durante le lezioni.
A parte una gita a Mombasa di cinque giorni che dovrebbe essere per la settimana prossima, Naomi non avrà alcuna vacanza fino alla fine degli esami che è prevista per metà novembre.
Gli esami incomiceranno ai primi di ottobre: è quindi normale che Naomi sia già agitata ed ansiosa.
Mi ha incaricato di salutare e di ringraziare tutti i donatori italiani che la sostengono e le permettono di continuare i suoi studi.


Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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