Le loro tre settimane sono finite velocissimamente, come di solito
capita a Chaaria, ed è per loro ormai tempo di lasciarci. Partiranno domani
pomeriggio da Chaaria per tornare in Italia.
Ringraziamo di cuore il Dr Massimo Limone, ginecologo di
Salerno, per il suo generoso servizio, la sua competenza e la sua continua
disponibilità sia in sala operatoria che in ambulatorio ed in reparto.
Si è
reso sempre disponibile anche in sala parto, e non si è tirato indietro per le
emergenze notturne. Tra le altre cose, a lui dobbiamo l’apprendimento di
qualche nuova tecnica nel modo di eseguire la tuboplastica, e soprattutto
l’inizio delle isterectomie per via transvaginale.
Un grazie infinito va poi a Stefania, infermiera
professionale di Milano, per la sua continua dedizione in reparto dal mattino
alla sera. Di Stefania, alla seconda esperienza a Chaaria, ammiro tantissimo la
donazione e la gioia di stare con i nostri malati in reparto. Lei stava con
loro dal mattino alle 7.30 alla sera alle 18, senza mai staccare: sapeva
ingegnarsi ed ha sempre trovato da fare.
Non è mai successo che venisse da me a
lamentarsi che in reparto non c’era nulla da fare, e non è mai fuggita in sala
operatoria a cercare soddisfazioni che in reparto non trovava. La sua gioia
erano i più gravi: le medicazioni, il cambiar loro posizione quando
paralizzati, l’imboccarli, il dar loro da bere, il cambiare le cannule
ostruite.
Mentre ripeto la mia consapevolezza che per gli infermieri italiani
Chaaria è un’esperienza molto complessa e certamente difficile da vivere,
pubblicamente manifesto la mia ammirazione per il modo con cui Stefania si è
posta anche stavolta nei confronti del servizio infermieristico qui al
Cottolengo Mission Hospital.
La ringrazio inoltre per i rapporti cordiali e
positivi che ha saputo realizzare con il nostro personale infermieristico
locale.
A Massimo e Stefania assicuriamo la nostra preghiera e la
nostra sincera riconoscenza per quanto hanno fatto per i nostri ammalati.
Che Dio doni loro la ricompensa che meritano e che noi
certamente non sappiamo dare.
Fr Beppe e comunità
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