sabato 16 novembre 2013

Naomi ha finito gli esami

Oggi siamo andati a prenderla; l’abbiamo trovata stanca ma felicissima di tornare a casa...direi veramente raggiante.
Quella di quest’anno per lei, in una scuola convitto lontano da Chaaria, è stata un’esperienza molto dura e formativa allo stesso tempo. E’ vissuta in dormitorio con le altre studenti; si è lavata la biancheria, ecc.
Naomi ha studiato tantissimo ed ha dato il massimo: lo sappiamo che poi il risultato degli esami dipenderà da tantissimi altri fattori, e non solo dallo studio. 
Siamo però fiduciosi che Naomi abbia fatto bene e che sia riuscita a migliorare il proprio voto di maturità dell’anno scorso. “I have done my best; the rest I leave to God (ho fatto del mio meglio: il resto lo lascio a Dio)”, mi ha detto stasera abbracciandomi.
Dei risultati non si saprà nulla fino a febbraio: in questi mesi Naomi dovrà comunque meditare seriamente sul tipo di “college” a cui orientarsi in futuro, anche a prescindere dal risultato accademico che sarà riuscita ad ottenere.
“Bentornata a casa”.
Sicuramente tra qualche giorno la porteremo dalla nonna per un po’ di vacanza, ma per ora la gioia più grande di Naomi e di essere nuovamente con noi, dopo mesi di separazione forzata.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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