mercoledì 22 gennaio 2014

Buon Compleanno!!!

Carissimo Fratel Beppe,

oggi e’ il tuo compleanno e tutti noi ci sentiamo come il figlio povero del contadino della storia che hai raccontato sul blog qualche giorno fa. Vorremmo farti un regalo per esprimerti tutto il nostro affetto e la sincera stima che abbiamo di te. Ma … pensa e ripensa, non abbiamo trovato nulla che potesse realmente esprimere quello che abbiamo nel cuore.
Accetta quindi questa lettera. Speriamo che, come il re della storia, tu terrai questo semplice scritto a portata di mano.
Quello che vorremmo dirti oggi e’ semplicemente … NOI CI SIAMO!
Capiamo benissimo il tuo stato d’animo perche’ NOI CI SIAMO!
Noi ti vediamo tutti i giorni, vediamo le tue giornate, vediamo il tuo lavoro e vediamo quello che fai e soprattutto quello che SEI!
Capiamo che non sempre puoi sorridere perche’ NOI CI SIAMO!



Noi viviamo con te e sappiamo che tutte le volte – a dire la verita’ non molte! – che non ci sorridi e’ perche’ sei preoccupato per qualche cosa. Noi sappiamo che le tue preoccupazioni sono sempre i poveri e per questo che, anche quando non ci sorridi, ti ammiriamo!
Capiamo quando hai le batterie scariche perche’ NOI CI SIAMO!
Noi che viviamo a Chaaria con te, non ci stupiamo quando hai le batterie scariche … quello che sinceramente non abbiamo ancora capito e’ come fai a ricaricarle!
Capiamo benissimo la tua stanchezza fisica e psicologica perche’ NOI CI SIAMO!
Noi possiamo vedere quanto lavoro hai ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno e possiamo capire realmente la tua stanchezza fisica e psciologica. Cerchiamo di aiutarti, ma sappiamo che non possiamo sostituirti e che sei tu di guardia giorno e note.
Ecco il nostro regalo per questo tuo compleanno, ricordati che non sei solo … NOI CI SIAMO!

BUON COMPLEANNO  da tutte le persone che condividono la quotidianita’ di Chaaria con te!

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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