mercoledì 5 febbraio 2014

Buon viaggio, fratello.

Sono le due di oggi pomeriggio; la giornata è caotica come al solito, la sala operatoria ribolle di interventi, i reparti tracollano, in sala parto molte donne si lamentano per i dolori delle doglie, mentre e l’ambulatorio pullula di clienti... ma il nostro cuore è pesante per un altro motivo.
Abbracciamo commossi fr Giancarlo che parte urgentemente per l’Italia a motivo di seri problemi familiari.
Sarà a Malpensa domani pomeriggio e poche ore dopo potrà rivedere i suoi cari.
Nell’ultima settimana gli sono capitate così tante cose, ed è stato veramente difficile per lui gestire certe notizie a 8000 chilometri di distanza. 
Finalmente siamo riusciti ad organizzare il volo, e Giancarlo ora è partito. Sarà certamente importante per lui essere vicino a suo papà, ricoverato presso l’ospedale Cottolengo di Torino, ed a sua mamma, anche lei ricoverata presso un’altra struttura del l’interland torinese.
E’ per Giancarlo un momento di angoscia e di ansia: tutto quello che possiamo fare per lui è stargli vicino con l’affetto sincero, con la preghiera e con la presenza silenziosa.



E’ intenzione di Fr Giancarlo di fermarsi in Italia molto poco, perchè lui si rende conto che ora sono praticamente da solo nella gestione della missione e dell’ospedale qui a Chaaria; ma io gli ho detto di prendere tutto il tempo necessario per risolvere le difficili situazioni che gli si presenteranno. Sono sicuro che il Signore aiuterà lui e la sua famiglia a superare questo momento, ed aiuterà anche me qui a Chaaria.
Pregate tutti per Giancarlo!
Noi l’abbiamo fatto in modo ufficiale qui in ospedale, quando lo abbiamo salutato con una Messa celebrata dal parroco per tutto lo staff alle 8 di stamane.
Buon viaggio, Fratello!
Per quel poco che può valere in questo momento difficile, sappi che NOI CI SIAMO.
CI SIAMO nelle tue angosce.
CI SIAMO nelle decisioni che dovrai prendere
CI SIAMO soprattutto con il nostro affetto.


Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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