domenica 2 febbraio 2014

Dedicato a chi è scoraggiato


Un vecchio paziente a cui ho tolto la prostata e che mi sta dando qualche grattacapo nel post-operatorio, oggi ha voluto raccontarmi una storiella, forse perchè ha visto che ero un po’ triste:

“Un giorno un giovane monaco si mise in cammino con l’intenzione di arrivare direttamente al’inferno. La sua intenzione era di incontrare il diavolo e di chedergli direttamente quale fosse il suo segreto, ed in quale modo egli potesse adescare così tante anime per portarle poi alla perdizione. Cammina e cammina, il giovane monaco arrivò alla porta dell’inferno e bussò. Al diavolo portinaio chiese di poter avere un breve dialogo con Lucifero, se il demonio capo non fosse stato troppo occupato. Con sua sorpresa il colloquio venne accordato immediatamente.
Il monaco quindi non fece molti preamboli e chiese al demonio: - quale è il tuo segreto?
La risposta di Lucifero lo colse completamente di sorpresa:
- il mio segreto è lo scoraggiamento. Non ci crederai ma è così. Quando lo scoraggiamento entra nel cuore di una persona, questa si sente schiacciata dai propri sbagli, dalle proprie inadempienze, dai propri peccati. Quando è così, cessa quindi di lottare per migliorare se stessa, si autocommisera e pensa che tanto lui non cambierà mai. Quando lo scoraggiamento prende possesso del cuore di una persona, allora quella persona è mia, perchè essa non crederà più neppure nella misericordia di Dio, non crederà più che Dio lo possa perdonare e che il cambiamento sia possibile”.



Dedico questa storiella sentita al letto di un mio paziente a chi è un po’ scoraggiato come me in questo periodo.
Insieme a chi è scoraggiato, voglio ripetere a me stesso che devo cercare di pensare al positivo, e che la bottiglia può essere sempre mezza piena, invece che mezza vuota.
Sono convinto anch’io che lo scoraggiamento sia il seme del diavolo, perchè ti taglia le gambe e ti toglie la forza di andare avanti, di migliorare, di redimerti, di fare ammenda dei tuoi sbagli... tanto è inutile, dici a te stesso nel tuo scoramento, perchè io sono sempre lo stesso! Ma inutile non è, perchè è pur sempre vero che “l’uomo guarda all’apparenza, ma Dio guarda al cuore”.
Chaaria è certamente un’esperienza complessa in cui possono apparire soprattutto le problematicità, le carenze, quello che non va, la difficile convivenza... e da questo punto di vista ci si può senza dubbio scoraggiare.
Ma Chaaria è anche il porto di salvezza per tanti malati che non saprebbero dove andare per risolvere le loro problematiche di salute. Chaaria è anche il posto in cui tanta gente guarisce e torna a casa ristabilita, il posto in cui tanti bambini vengono alla luce e tante persone trovano quei farmaci per cui non avrebbero avuto i soldi altrove.
Io sono certamente in una fase non felice della mia vita sociale: mi viene sovente ricordato che sono burbero, che non sorrido mai, che sono così repellente che la gente mi gira alla larga... ma io non sono solo questo: sono anche quella persona che è sempre di guardia tutte le notti, sono quel medico che è in ospedale sette giorni alla settimana e che si considera ancora uno studente al fine di imparare dai volontari sempre nuove prestazioni che possano aiutare più gente a guarire. Io sono anche un profondo sostenitore della donazione della vita, goccia a goccia, nella dedizione e nel servizio incondizionato. E’ vero che un momento di rabbia od un piccolo screzio verranno ricordati molto più a lungo di giorni e giorni di collaborazione e di fraternità... ma onestamente credo che la maggior parte delle ore che spendo con gli altri siano caratterizzate proprio da queste ultime e non dai momenti neri.
Sto lottando per non cedere allo scoraggiamento. So che lo scoraggiamento è una trappola e che bisogna resistere a tale tentazione: Chaaria, io e penso anche tutti coloro che si sentono scoraggiati come me in questo momento, abbiamo in noi anche tante positività: abbiamo amore che vogliamo donare, abbiamo impegno che vogliamo offrire, abbiamo voglia di servire e di voler bene, stimiamo e ringraziamo tutti coloro che ci aiutano e ci donano il loro tempo.
Dobbiamo puntare su questo lato positivo della nostra vita e credere che vale sempre la pena lottare ed andare avanti, perchè ognuno di noi non è solo negatività, ma ha in sè anche tanto bene da donare agli altri. Solo gli adolescenti ancora credono che il mondo sia diviso in due, tra i buoni ed i cattivi. Chi è attempato come me sa che tutti noi siamo un miscuglio di diverse tonalità di grigio.
E’ molto tardi, ed è quasi ora di andare a dormire; mi faccio consolare ancora da una preghiera di San Leone Magno che offro anche alla vostra lettura:

Non ti arrendere mai, 

neanche quando la fatica si fa sentire, 
neanche quando il tuo piede inciampa, 
neanche quando i tuoi occhi bruciano, 
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, 
neanche quando la delusione ti avvilisce, 
neanche quando l’errore ti scoraggia, 
neanche quando il tradimento ti ferisce, 
neanche quando il successo ti abbandona, 
neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta, 
neanche quando l’incomprensione ti circonda, 
neanche quando la noia ti atterra, 
neanche quando tutto ha l’aria del niente, 
neanche quando il peso del peccato ti schiaccia… 
stringi i pugni, sorridi……….e ricomincia.



Fr Beppe

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questo post è dedicato anche a me che vivo questo tipo scoraggiamento in un lavoro diverso dal tuo, in um ambiente ovviamente diverso dal tuo Fr. Beppe. Il senso di fallimento interiore c'è anche se non oso ammetterlo. Voi siete, come hai detto tu, una goccia d'acqua nell'oceano ma se non ci fosse stata quante persone sarebbero prive di questa goccia che per loro è stata ed è Vita.Dio, Gesù, la Vergone Santa ti dicono grazie Fr Beppe, la Chiesa ti dice grazie. C'è un vecchio film "la vita è meravigliosa" mi pare che sia questo il titolo in cui il protagonista viene invitato da un angelo a vedere come sarebbe stata la sua città se lui non fosse mai nato. Anche lui era stato preso dallo scoraggiamento. Tieni duro, la fatica è tanta e anche la messe è tanta:ma pensa che tu, goccia dopo goccia, hai riempito un "vuoto"nel quale tanti sarebbero morti nel dolore, non avrebbero avuto consolazione, aiuto,conforto...
un abbraccio a tutti...
e grazie per questo post
Patrizia


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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