domenica 9 febbraio 2014

Professione religiosa perpetua


A Tuuru oggi si soino celebrate le professioni religiose perpetue di Sr Perpetua e di Sr Mary del Monastero cottolengini contemplativo.

Erano presenti Sura Madre e la consigliera generale Sr Loredana.
Io dovevo assolutamente andarci sia per rappresentare i Fratelli in questo momento tanto importante nella vita delle due sorelle, e sia perchè le sorelle del Monastero mi avevano chiesto di leggere io la seconda lettura in Kiswahili.
Oggi è stato molto difficile lasciare Chaaria a motivo dell'assenza di Fr Giancarlo.
Ha iniziato a piovere in modo del tutto straordinario in questa stagione.
La luce elettrica non c'era.
Ho chiesto all'autista di andare a prendere la dottoressa Apophie a Meru alle 6.45 perchè volevo che la collega fosse qui per le otto prima che io partissi, ma Simon era malato ed è arrivato alle 7.20, per cui non ho visto Apophie prima di muovermi.
Ho lasciato Chaaria in pannelli solari, lasciando a Moses della manutenzione il compito di venire per accendere i generatori dopo la messa dell'ospedale o in caso di ogni eventuale emergenza.



La strada era pessima ed arrivare all'asfalto è stata una vera lotta.
Sono comunque riuscito ad arrivare a Tuuru in tempo... in quanto la celebrazione è iniziata con più di un'ora di ritardo, secondo le migliori tradizioni dell'African Time.
La Messa è stata celebrata dal Vescovo di Meru Mons Salesius Mugambi, e concelebrata da un buon numero di sacerdoti cottolenghini e di altre congregazioni. Una liturgia solenne e gioiosa nello stesso tempo: il coro è stato eccezionale e le danze veramente ben curate. Da Chaaria erano presenti anche Sr Anselmina e pochi Buoni Figli. Loro si sono fermati anche al pomeriggio per il pranzo e per gli intrattenimenti.
Io invece sono schizzato via con 'ambulanza subito dopo la benedizione finale perchè ero troppo preoccupato della situazione in cui ho lasciato Chaaria.
Alle due sorelle che si sono consacrate al Signore per sempre va la nostra preghiera e la nostra fraternità.



Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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