giovedì 13 marzo 2014

La nuova lavanderia

Ringraziamo di cuore i benefattori che ci hanno permesso di eseguire i lavori di costruzione della nuova lavanderia, che è ora completamente finita.
Prima di tutto ringraziamo Ludovica Vanni presidente di “For a Smile Onlus” e i loro sostenitori, maggiori sponsor della nuova realizzazione; ringraziamo poi l’associazione “Volontari Missioni Cottolengo” che con efficacia ha raccolto fondi per noi; la nostra riconoscenza si estende quindi a tutti i piccoli benefattori che ci hanno donato la loro piccola o grande offerta.
Tutte le lavatrici sono state spostate nei nuovi locali, e là funzionano già da alcune settimane. E’ ultimato inoltre lo stenditoio coperto.
Nella struttura della nuova lavanderia abbiamo ricavato anche la “staff room” con spogliatoi e servizi igienici per uomini e donne. 



Questo ci ha permesso di recuperare i locali della vecchia “staff room” nel dispensario: dopo una buona tinteggiatra in essa abbiamo trasferito la gastroscopia, che prima si trovava un po’ decentrata nel blocco amministrativo dell’ospedale.
Ringraziamo la Provvidenza per il continuo sostegno, e tutti i benefattori che con le loro offerte ci permettono di portare avanti il nostro sogno per Chaaria.
Ringraziamo i Superiori della Piccola Casa che hanno fiducia in noi e si incoraggiano a continuare.
Un grazie speciale a Fr Giancarlo che ha seguito i lavori con costanza, nonostante i suoi molteplici impegni in vari settori della missione.
Guardando con riconoscenza e commozione la nuova lavanderia, mi viene nel cuore la preghiera di San Francesco: “Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno; con amore ed umiltà potrà costruirlo... dai e dai ogni giorno con il tuo sudore, una pietra dopo l’altra in alto arriverai”.
La nostra riconoscenza si trasforma quindi in rinnovato impegno perchè davanti a noi (e sulla spalle soprattutto di Fr Giancarlo) si apre il nuovo impegno dell’edificazione della nuova maternità.


Fr Beppe Gaido







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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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