mercoledì 12 marzo 2014

Un saluto...


Carissimi lettori del blog,
da alcuni giorni Chaaria è una specie di girone infernale, in cui non si riesce mai a respirare. Si lavora dal mattino prestissimo alla sera alle 23. Il pranzo o la cena sono un optional di pochi minuti. 
Il corridoio è sempre pieno e non si riesce mai a svuotarlo. Quando inizia il turno di notte, il corridoio si riempie nuovamente e pare lunedì mattina. La sala operatoria viaggia a ritmo continuo ed i cesarei si susseguono fino a toglierci il respiro.
Pensateci stanchi ma contenti di servire tanti malati che vengono da noi perchè si fidano di noi.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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