lunedì 31 marzo 2014

Mission accomplished

L’orfanella Ann Prudence ieri è stata dimessa per tornare a casa dalla nonna. Era stata con noi dai primi giorni della sua vita. In tutto siamo rimasti con lei per più di sei mesi
Le sue condizioni fisiche sono ottime e siamo stati contenti di restituire la bambina all’affetto di una famiglia, anche se comunque dovrà fare i conti con l’assenza della mamma. La nonna è comunque abbastanza giovanile e siamo sicuri che si prenderà buona cura di lei.
Ann Prudence era stata ricoverata nel nostro piccolo orfanotrofio dopo segnalazione del parroco di Tuuru, father Mukembu, alla cui richiesta noi abbiamo risposto positivamente senza alcun ritardo.
Ci era stato chiesto di accudirla nei primi mesi di vita, quando in famiglia non avrebbero potuto seguirla e nutrirla adeguatamente con latte in polvere. 




Ora la piccola è completamente svezzata e forte, ed il parroco di Tuuru ha mantenuto la sua promessa, mandando i parenti a riprendersi Ann Prudence nei tempi che avevamo pattuito.
La salutiamo con affetto e ricorderemo a lungo il suo dolce sorriso, anche se, essendo ancora così piccola, lei non potrà certo ricordarsi di noi.
Ma noi sappiamo che ogni piccolo atto d’amore che abbiamo riversato su di lei non sarà certamente dimenticato.
Buona vita, piccola Ann!


Fr Beppe, Fr Giancarlo e Tabitha


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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