venerdì 4 aprile 2014

Gioia per la Beatificazione

Anche a Chaaria è giunta la notizia che a Città del Vaticano, la Commissione Cardinalizia ha approvato come autentico il miracolo attribuito all’intercessione di Fratel Luigi Bordino.
Questo era l’ultima clausola necessaria per la Beatificazione del nostro Confratello.
Siamo molto felici di quest’ultimo passo che corona anni di cammino e di ricerca per dimostrare l’eroicità delle virtù di Fratel Luigi, che ora diventa per noi un modello ancora più splendente da imitare nell’identificazione a Gesù Cristo e nel servizio dei più poveri.
Fr Luigi da sempre è tra i “patroni “ di Chaaria, in quanto dapprima abbiamo a lui dedicato il padiglione del dispensario, ed ora la nuova sala operatoria.
Alla sua intercessione ci affidiamo tutti i giorni quando siamo in difficoltà con qualche operazione chirurgica o con qualche caso clinico particolarmente difficile. 




A lui rivolgiamo sovente la nostra preghiera per i malati più gravi che devono portare la croce di una malattia inguaribile.
Continuiamo ad affidare anche alla sua protezione il difficile ed instabile cammino della nostra missione, sempre tesa al miglioramento del servizio e sempre fronteggiata da innumerevoli difficoltà che sono costituite soprattutto dalla carenza di forze fisiche, di personale e di risorse economiche. 
A lui chiediamo anche il dono di nuove vocazioni africane, dono necessario se si vuol pensare che Chaaria possa avere una continuità nel futuro.
Ora non resta che da aspettare la data in cui la Beatificazione sarà solennemente celebrata, e fr Luigi sarà elevato “all’onore degli altari”.

PS:  La foto si riferisce all’inaugurazione ufficiale della nuova sala operatoria di Chaaria, dedicata a Fr Luigi Bordino. 
Per i suoi devoti informiamo che esiste un sito su di lui www.fratelluigibordino.it


Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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