mercoledì 9 aprile 2014

La comunità di Sant'Egidio ed il loro sogno per Chaaria (Dream Project)

Ringraziamo di cuore Gianni e Pietro della Comunità di Sant’Egidio, che hanno speso tre giorni molto intensi qui a Chaaria.
Essi hanno rinnovato il loro desiderio di incrementare sempre di più la collaborazione con noi nel campo della prevenzione, diagnosi e cura dell’HIV.
Hanno ulteriormente perfezionato il sistema informatiche che ci hanno donato, migliorando il database, completando la connessione tra laboratorio e clinica per AIDS, che ora sono in rete.
Da parte loro ci sono state anche interessanti offerte riguardanti il personale: essi ci assicurano dei premi economici su base meritocratica per tutti coloro che collaborano nel loro settore, cosa che aumenterà certo la motivazione dei dipendenti e li invoglierà a rimanere a lungo in questo servizio. Ci hanno promesso anche due clinical officer che da Matiri dovrebbero venire a Chaaria a lavorare a tempo pieno, al fine di incrementare lo staff e migliorare la qualità dei servizi offerti.



Oltre al test dei CD4 che Sant’Egidio, tramite il progetto DREAM, ci offre già da molti anni, ora da loro riceviamo anche tutti i farmaci necessari per la cura delle infezioni opportunistiche, che naturalmente da ora trattiamo in modo assolutamente gratuito.
Sempre come parte del progetto DREAM, abbiamo anche ricevuto aiuti alimentari che distribuiremo gratuitamente a tutti quei pazienti che, a motivo della malattia, sono malnutriti, defedati o terminali.
Pure tutti gli esami di laboratorio necessari al follow up dei clienti della clinica HIV saranno gratuiti perchè Sant’Egidio già ha iniziato la fornitura  dei reagenti che useremo nella diagnosi di tutte le malattie opportunistiche e nella routine della terapia antiretrovirale.
Il progetto DREAM è inoltre in trattative con l’ospedale di Nkubu per poter inviare là i nostri pazienti sieropositivi per la radiologia: le lastre saranno fatte gratuitamente e pagate poi regolarmente da Sant’Egidio. I raggi quindi non costeranno più nulla ai pazienti seguiti nel progetto DREAM.
Ci sono poi tantissimi altri sogni che ribollono nella testa di Gianni, sognatore incallito come il sottoscritto: potenziare l’attività delle cliniche mobili nei villaggi, creare un sistema di teleconsulto con l’Italia, organizzare di tanto in tanto delle grosse assemblee di preghiera insieme a tutti i nostri malati portatori del virus, costruire un nuovo centro ambulatoriale efficiente e funzionale con laboratorio indipendente, per tutto il settore seguito da DREAM.
Noi naturalmente continuiamo a sognare con Sant’Egidio, a seguire le loro linee guida, ad eseguire le novità che ci chiedono di implementare per il bene dei nostri pazienti.
Li ringraziamo per la fiducia e per il bene che vogliono a Chaaria... e che ci dimostrano in modo tanto palese.
Gianni dice che l’ospedale di Chaaria è così pieno di speranza da apparirgli versissimo, proprio come la rigogliosa vegetazione che circonda la nostra missione dopo la stagione delle piogge.
Siamo onorati da queste sue parole! Esse sono per noi balsamo ed incoraggiamento, e ci motivano a continuare a credere che la testimonianza quotidiana di una vita completamente spesa nel servizio e nella donazione, ha ancora molto da dire al cuore dell’uomo contemporaneo.
A questo riguardo, mi viene in mente il brano del Vangelo, in cui Gesù dice:
“non si può mettere una lucerna sotto il moggio od una lampada sotto il letto, ma sul lucerniere, perchè facciano luce a tutta la casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchè vedano le vostre opere buone e diano gloria a Dio che è nei cieli”.
Un grazie sentito alla Comunità di Sant’Egidio.


Fr Beppe e Fr Giancarlo


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....