domenica 22 giugno 2014

Un anno fa usciva il libro "Ad un passo dal cuore"

Con questo post desidero ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo primo anno di diffusione e promozione del libro “Ad un passo dal cuore”.

Era la metà di giugno dell’anno scorso quando la Casa Editrice San Paolo ha rilasciato il libro, e la vendita è stata buona e costante durante tutto l’anno.
Ho ricevuto molti attestati di apprezzamento ed a tantissime persone il libro è veramente piaciuto. Molti lo hanno definito toccante ed emozionante.
Io credo che “Ad un passo dal cuore” abbia un valore in se stesso per il messaggio che trasmette e per la conoscenza che promuove riguardo a Chaaria ed al nostro servizio di donazione ai poveri ed ai sofferenti.
Naturalmente ha avuto anche una sua implicazione economica e ci ha aiutati a portare avanti la costruzione della nuova maternità di Chaaria, in quanto i diritti d’autore miei e di Mariapia Bonanate sono stati devoluti per quello scopo.
Soprattutto però penso che la diffusione del libro sia stata una forma di “evangelizzazione”, cioè la trasmissione di una “buona notizia” di dedizione e di servizio incondizionato per i bisognosi.



Molti gruppi ed associazioni lo hanno pubblicizzato ed esposto nei loro stand: lo ha fatto la Associazione Volontari Mission Cottolengo; oggi stesso nel Memorial per Valentina lo sta facendo il Gruppo Karibu Africa; lo ha fatto l’Associazione di Carmen Falletta a favore dei bimbi del Congo, lo ha fatto il Dr Racani in un recente convegno medico organizzato all’Aeroporto di Fiumicino... so che molti amici lo hanno promosso durante matrimoni ed eventi familiari significativi.
Da parte mia sento una grande riconoscenza verso tutti coloro che si sono affezionati al libro, che lo hanno letto e fatto conoscere.
I veri protagonisti di “Ad un passo dal cuore” sono i malati, con le loro storie ed i loro drammi.
Il libro è comunque anche un diario ed una testimonianza di quello che abbiamo tentato di fare dai tempi in cui Chaaria non aveva che un piccolo dispensario senza neppure un posto letto, fino ad oggi che gestiamo un ospedale molto affollato.
“Ad un passo dal cuore” è insieme anche una testimonianza del nostro sogno per Chaaria, un sogno di donazione e di servizio. Esso vuole rendere omaggio a tutte quelle “stelle marine” che idealmente abbiamo salvato dal bagnasciuga ributtandole in mare: sono storie di vite salvate ed a volte di vite perse nonostante tutti i nostri sforzi.
 “Ad un passo dal cuore” è il mondo di Chaaria, un assaggio della vita dura che si conduce in un ospedale rurale dove ci battiamo contro tante malattie avendo a disposizione pochi mezzi, dove mancano sempre i soldi o per le medicine o per gli stipendi.
“Ad un passo dal cuore” parla comunque in ogni pagina del nostro ideale di dedizione completa, mettendo a disposizione le nostre vite, le nostre forze, le nostre competenze ed il nostro cuore.
Grazie a chi ha letto il libro, a chi lo ha fatto conoscere, a chi ancora ci aiuterà a promuoverne la diffusione in futuro.
Ricordo che “Ad un passo dal cuore” si trova in tutte le librerie delle Edizioni Paoline in Italia, oppure online a www.libreriadelsanto.it
Si può anche acquistare come e-book. 
Vi confido ora un altro piccolo sogno: a fine mese dovrei presentare le bozze di un eventuale secondo volume.
Ci vorrà molto tempo prima che il nuovo libro sia pronto: va levigato e modificato dalla forma grezza in cui lo offro alla lettura di Mariapia Bonanate, ma confido che la Provvidenza ci aiuterà anche in questa nuova impresa.
Per adesso pubblicamente ringrazio la volontaria di Chaaria Gianna Rovera che da mesi mi sta aiutando nel sistemare e rendere presentabili le bozze
Pregate anche per questo piccolo nuovo sogno per Chaaria e per quest’altra “cosa che ho in mente”.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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