sabato 19 luglio 2014

La scuola di Naomi


Dopo aver terminato l’ultimo anno di scuola superiore che essa aveva voluto ripetere, Naomi ha ottenuto un modesto miglioramento dei voti finali.
Sono seguiti tempi di giusto rilassamento e spensieratezza, come di solito si concedono tutti gli studenti che passano la maturità.
E’ però poi venuto il momento di prendere una decisione circa il suo futuro.
Sentendomi un po’ responsabile di lei, io ho cercato di indicarle come carriere possibili, quella della segretaria o della ragioniera, oppure quella dell’insegnamento. L’ho invitata a considerare la sua condizione fisica, prima di prendere decisioni accademiche avventate.
Da quell’orecchio però Naomi proprio non ci voleva sentire: a tutti i costi lei doveva intraprendere una carriera sanitaria. 
Ho tentato di farla ragionare, ma inutilmente: sembrava che io le volessi imporre il mio punto di vista e volessi allo stesso tempo precluderle la possibilità di inseguire il sogno della sua vita.
 

Ci sono quindi stati mesi di “tensione” non verbale tra me e Naomi, un po’ come spesso accade tra genitori e figli. Alla fine le ho detto di fare pure le sue scelte senza tener conto dei miei consigli, e di sperimentare direttamente che cosa la vita le avrebbe suggerito.
Medicina sarebbe stata la sua prima scelta, ma con i voti ottenuti alla maturità non poteva assolutamente accedere al corso. 
La seconda idea di diventare laboratorista ha incontrato lo stesso problema: anche qui Naomi ha trovato lo sbarramento a motivo della media finale.
I voti dell’esame le avrebbero invece permesso di entrare a scuola infermieri. Timidamente le ho detto che non avrebbe potuto diventare un’infermiera dato il duro lavoro che ci si aspetta da chi pratica una tale professione. Lei mi ha risposto che avrebbe poi scelto l’insegnamento dopo il diploma da infermiera. Ancora una volta ho deciso di tacere.
E’ stata la scuola stessa a non accettarla in quanto Naomi non avrebbe potuto essere in grado di affrontare i vari tirocini nelle strutture a disposizione nel Meru.
Nuova crisi!
A questo punto il pensiero è stato quello di diventare “medical record officer”: non so neppure come questa carriera si chiamerebbe in Italia. E’ un corso per diventare responsabile degli archivi ospedalieri.
La mia decisione è stata quella di non parlare e di lasciarla fare anche se in cuor mio non ero contento perchè la scuola è a Nairobi. Per Naomi, spesso affetta da problematiche varie di salute, essere in collegio a Nairobi sarebbe problematico, e comporterebbe per noi molti viaggi per andare a prenderla ed a riportarla quando nel bisogno. Se solo penso a tutte le volte in cui si è rotta la carrozzina durante l’ultimo anno di scuola superiore!!
L’ho comunque lasciata provare e Joseph l’ha accompagnata a Nairobi con la macchina.
Anche stavolta la realtà è stata dura da accettare per Naomi: quella scuola era in un condominio al quinto piano. Nè le aule, nè i dormitori erano a piano terra... e non c’era l’ascensore.
Ecco quindi che in un modo assai tortuoso siamo ritornati al punto di partenza.
Naomi ha ripreso in considerazione l’idea della scuola per segretaria: siamo quindi andati a Meru dove abbiamo trovato una struttura pubblica in cui tutto è a piano terra (aule, refettorio e dormitori). 
Il preside l’ha accolta benissimo e la prenderà all’inizio di settembre, anche se i corsi sono iniziati a giugno.
Naomi è in ritardo perchè ha perso tempo cercando tante altre carriere a lei non congeniali e perchè ha dovuto toccare con mano che non ero io a prevenirle di inseguire i suoi sogni. Io le proponevo un sano senso della realtà che lei ha a lungo rifiutato, ma con cui ha fatto i conti “a muso duro”.
Adesso è serena ed è contenta di iniziare. Sono sicuro che si impegnerà e recupererà in fretta il trimestre perso.
Sa che a Meru possiamo andarla a prendere ogni volta che sarà nel bisogno.
Dopo molti mesi di nuovoloni neri sulla sua faccia, ora la rivedo sorridere.
Insieme a Naomi, Fr Giancarlo ed io esprimiamo la nostra riconoscenza a tutti coloro che ci sostengono economicamente per la formazione e per il sostentamento di Naomi. Che Dio ricompensi i nostri benefattori!

Fr Beppe Gaido

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....