Difficile esprimere i miei sentimenti in questo momento in cui il dolore
per la perdita di Fratel Lodovico, necessariamente si confonde alla gioia di
averlo conosciuto e alla consapevolezza che dopo una lunga vita ha ottenuto il
riposo eterno.
Non nascondo che in questi primi giorni è il dolore a prevalere,
fin da venerdì mattina quando Fratel Lodovico è spirato fra le mie mani.
Un
evento che aspettavamo, che sapevamo che lui desiderava, ma che in quel momento
mi ha commosso profondamente e mi ha immediatamente dato un senso di grande
solitudine. Provo a condividere alcuni ricordi dettatti dall’emozione di questo
momento.
Ho incontrato Fratel Lodovico la prima volta nel luglio del 2007 quando
sono giunto a Chaaria. Mi ricordo la mia “soggezione” e il mio rivolgermi a lui
con il “lei”, ricordo anche il suo perentorio ordine di dagli del tu, perchè
anche se anziano mi disse che eravamo fratelli. Ecco, Lodovico fin dall’inizio
è stato un Fratello per me.
Il nostro rapporto si è costruito pian piano nel
tempo, ma su questa base di essere fratelli. Da subito mi ha colpito la sua
grande apertura mentale, il suo constante interessamento per la missione, per
la nostra comunità, per la congregazione e per la Piccola Casa. A lui devo
molto. Proprio come un fratello, Lodovico è stato capace di amarmi, accettarmi
per quello che sono e non mi ha mai fatto mancare il suo aiuto e la sua
vicinanza nei momenti più difficili.
Ricordo con quanto entusiasmo mi ha sempre
incoraggiato ad accettare le varie responsabilità che negli anni mi sono state
affidate. Ricordo con quanta delicatezza non mi ha mai fatto mancare il suo
consiglio, ma mai ha imposto la sua opinione. Mi diceva che se avevo certe
responsabilità era bene sentire il parere degli altri, ma alla fine ero io che
dovevo decidere. Quante volte gli ho detto che lui era arrivato in Kenya
qualche anno prima che io nascessi! Ma, per lui questo non contava, il suo
rispetto per i ruoli era la più grande prova di umiltà che ci ha dato. Ricordo
con quanta attenzione ogni anno leggeva il bilancio e la relazione economica
della missione e sempre mi scriveva un suo commento, ponendo domande. Sono
sicuro che fra tutti quelli che leggevano questi documenti, Fratel Lodovico era
il più attento ed aveva una capacità straordinaria a “leggere” cosa ci stava
dietro a quei aridi numeri. Ricordo quando parlavamo dei progetti di
ampliamento dell’ospedale, sempre si faceva portare i disegni e ne discutevamo
insieme.
La sua attenzione per la missione si estendeva a tutti gli ambiti:
ospedale, buoni figli, comunità religiose, volontari, manutenzione ed
ovviamente la sua amata shamba. Ricordo che quando assunsi la responsabilità della
shamba, Fratel Lodovico mi scrisse un quaderno di consigli. Ricordo anche la
sua soddisfazione quando iniziammo a mettere in pratica i suoi consigli sul
bananeto.
Ma, la cosa che mi mancherà di più è la sua attenzione personale ad
ognuno di noi! Quante volte Lodovico mi ha consolato! Posso dire che Lodovico
in questi anni è stato capace di capire il mio carattere introverso e a leggere
dietro le apparenze. Quante volte mi ha detto che capiva la mia situzione: un
servizio dietro le quinte, il dovere prendere decisioni a volte non condivise
da tutti, la mancanza del contatto diretto con i poveri. Lodovico mi ha sempre
aiutato ad andare avanti. Ricordo in particolare una volta in cui condivisi con
lui la mia frustrazione per essere stato frainteso. Lodovico mi disse che anche
se molti pensavano che avevo un carattere duro, lui sapeva quanta sofferenza c’era
dietro certe decisioni e mi spronò ad andare avanti.
Quante volte mi ha detto
di guardare al futuro, di pensare al bene complessivo della missione. Spesso mi
diceva che potare un ramo secco era la miglior cura per l’albero che stava
crescendo. Le nostre chiacchierate erano un appuntamento fisso. Se mancavo
all’appuntamento, Lodovico mi mandava con discrezione un biglietto chiedendomi
se ero troppo preso dal servizio o se c’era qualcosa che mi preoccupava
particolarmente. A lui non ho mai potuto nascondere nulla! A volte non volevo
affliggerlo con i miei problemi, ma sempre Lodovico con discrezione mi diceva
che vedeva che c’era qualcosa che mi impensieriva e che avrebbe pregato per me.
Da ultimo voglio ricordare la sua attenzione e vicinanza per la mia famiglia.
Sapeva le condizioni di salute di mia madre prima e di mio padre poi e sempre,
fino all’ultimo, mi ha assicurato la sua preghiera per loro.
Fratel Lodovico mi mancherà molto, sinceramente mi manca già.
Ho avuto la grazia di conoscerlo. Ho avuto la grazia di essere amato come
un fratello da lui. Ho avuto la grazia di assistere alla sua morte, la morte di
un santo!
Fratel Giancarlo
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