domenica 19 aprile 2015

E' morto Henry

Dopo lunghe sofferenze è andato in Paradiso il nostro "Buon Figlio" Henry.
Più di sei mesi fa aveva riportato una brutta frattura di femore che era stata giudicata inoperabile, anche a causa della conformazione dei suoi arti paralizzati. La frattura era avvenuta quando incidentalmente il ragazzo era caduto dalla carrozzina.
Avevamo posto Henry in trazione, ma durante i 40 giorni richiesti per la formazione del callo osseo, si erano verificate ulcere da decubito in ogni parte del corpo, nonostante il materassino anti-decubito.
Era come se Henry di colpo fosse diventato defedato e quasi non avesse più voglia di vivere: aveva decubiti sul sacro, sui fianchi, ai talloni, alle ginocchia, sulla colonna vertebrale ed addirittura ai padiglioni auricolari.
Lo nutrivamo con pazienza (e questo è un aspetto per cui esprimiamo particolare riconoscenza a Fr Dominic che tutti i giorni è venuto in ospedale ad imboccarlo), lo giravamo nel letto e medicavamo le ulcere.
Alcuni mesi fa avevamo notato un trend al miglioramento veramente impressionante: le piaghe si erano praticamente quasi chiuse...ed avevamo quasi sperato di poterlo trasferire nuovamente al centro.


Poi però le sue condizioni generali sono andate giù nuovamente; Henry faceva sempre più fatica a deglutire il cibo e diventava sempre più scheletrico. Negli ultimi giorni è subentrata una diarrea irrefrenabile che non siamo riusciti a controllare. 
Il nostro "Buon Figlio" è diventato sempre più disidratato nonostante i liquidi in vena... e poi, nella notte tra venerdì e sabato ci ha lasciati.
La famiglia di Henry è sempre stata molto presente, ed anche oggi essi sono venuti puntualmente quando li abbiamo chiamati per la morte del congiunto.
Insieme abbiamo deciso che il funerale lo celebreremo qui e che seppelliremo Henry nel nostro cimitero con gli altri "Buoni Figli".
Riposa in pace, Henry!

Fr Beppe e Fr Giancarlo

1 commento:

Anonimo ha detto...

il funerale di Henry sarà giovedì 23 aprile presso il centro dei Buoni Figli


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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