mercoledì 29 aprile 2015

Il funerale di Henry

Contrariamente a quanto avevamo programmato, non avevamo celebrato il funerale di Henry giovedì scorso, in quanto alcuni membri della famiglia non avrebbero potuto parteciparvi.

Le esequie sono state spostate ad oggi, in modo da avere il numero massimo di persone sia tra i parenti che tra la gente del villaggio di appartenenza.
In effetti sono venuti in tanti a pregare per lui.
La Messa è stata semplice e calda, come di solito sa fare il nostro Father Ntoiti.
Ha concelebrato anche un Padre Missionario della Consolata.
Commovente per me è stata la partecipazione alla Messa della Pastoressa della Parrocchia Protestante di Henry: è stato bello anche il piccolo sermone che ha condiviso con tutti noi prima dell'ultima benedizione della salma.
Henry è ora sepolto nel nostro cimitero, da dove speriamo che continui a proteggerci con la sua intercessione.
La sua è stata una vita di sofferenza fin dall'inizio: quando poi lo penso in ospedale tutto piagato per molti mesi, mi viene quasi da piangere. Siccome per lui questa terra è stata solo purgatorio, sono certo che ora Henry è nella luce del Paradiso.

Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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