domenica 21 giugno 2015

Tubercolosi della colonna vertebrale

Abbiamo ricevuto un giovane paziente di circa 35 anni con paraparesi insorta repentinamente. Insieme ad essa era progressivamente comparso anche un gibbo a livello della dodicesima vertebra lombare.
La lastra della colonna è stata per noi dirimente in quanto abbiamo documentato sia un crollo del corpo vertebrale di T12, e sia la presenza di un ascesso perivertebrale (radiologicamente visibile) a livello delle vertebre toraciche.
Abbiamo anche eseguito la proteina C reattiva e la VES che erano vertiginosamente elevate.
Abbiamo quindi concluso che si tratta di tubercolosi vertebrale con ascesso ossifluente (morbo di Pott), ed immediatamente abbiamo iniziato la terapia anti-tubercolare. Abbiamo anche provveduto a fornire al paziente un busto di protezione per evitare ulteriori crolli e maggiori danni al midollo spinale.
La nostra speranza è che la terapia medica riduca l'effetto massa dell'ascesso e che, prevenendo ulteriori crolli vertebrali, noi possiamo salvare questo giovane della carrozzina. Appena avremo delle chiare aree di colliquazione certamente provvederemo alla incisione e
drenaggio dell'ascesso stesso.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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