domenica 5 luglio 2015

I lavori di ristrutturazione della pediatria


Ringrazio di cuore Fr Giancarlo che in questo periodo è a Chaaria a tirare avanti la baracca e che in più si è sobbarcato il peso di dare inizio ai lavori di ristrutturazione della pediatria.
E' un progetto di minima che riusciamo ad attuare in quanto, risparmiando durante la costruzione della nuova maternità, abbiamo fondi a disposizione.
Apriremo porte e finestre per rendere comunicanti i quattro stanzioni del reparto "Beato Francesco Paleari"; inoltre piastrelleremo i pavimenti e ripenseremo completamente il modo in cui le stanze vengono utilizzate. Insieme alla pediatria, rifaremo anche i servizi igienici ad essa connessi.
Ristrutturare un reparto con l'ospedale funzionante è sempre molto complesso e faticoso: i bambini della pediatria, insieme agli orfani ed alle puerpere che ancora occupano parte di quel blocco, sono stati trasferiti provvisoriamente nei locali della vecchia maternità.
Abbiamo quindi occupato la vecchia sala parto, il vecchio nido e la ex-stanza delle cesarizzate.
Si tratta di una situazione provvisoria in cui certamente ci sono disagi e sovraffollamento delle stanze troppo anguste... ma è certamente un sacrificio importante perchè è finalizzato ad un ulteriore miglioramento del servizio ai nostri pazienti.


Ringrazio di cuore Fr Giancarlo che ha scelto questo momento, per farmi pesare di meno  i disagi derivanti dal lavorare in ospedale mentre i muratori spaccano i muri e fanno tanta polvere.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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