venerdì 3 luglio 2015

Presto in Italia



La situazione in ospedale non è delle migliori, con molti pazienti assai complessi ed alcuni chiaramente complicati.
Anche oggi ho lavorato fino dalle 7 alle 14, cercando di far fronte ad alcune emergenze gravi in sala operatoria...fortunatamente con l'aiuto del Dr Nyaga che è venuto anche oggi ad operare a Chaaria ed a darmi un supporto chiave nel rioperare un paziente con complicazioni ripetute dopo gastrectomia.
Sono partito alle 14 in macchina con Joseph e sono arrivato alle 21 in aeroporto. Se tutto va bene e non ci sono intoppi, dovrei arrivare domani a Torino. Sarò in Italia fino al 30 luglio. Il 31 mattina all'alba ritornerò in Kenya, sempre se va tutto bene.
In ospedale la responsabilità medica sarà condivisa tra la Dottoressa Apophie che in questo mese sarà a Chaaria a tempo pieno, e la Dottoressa Khadija.
Tutto il peso della missione sarà invece sule spalle di Fr Giancarlo.



Ho vari impegni sia in Italia che in Europa, e vorrei dedicare le serate ed i fine settimana ai miei a casa, ma spero di poter incontrare chi mi vuole salutare, soprattutto in pomeriggio, quando sono a Torino.
Di cuore ringrazio i miei superiori per avermi concesso questa vacanza, e soprattutto ringrazio Fr Giancarlo che si sobbarcherà un grande carico di lavoro.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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